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LA VOCE DELLA LUNA regia di Federico Fellini

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elio91     8½ / 10  12/06/2011 00:32:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che adoro smisuratamente Federico Fellini; uno dei registi più grandi ed importanti della storia del cinema e sicuramente mi ha insegnato e dato moltissimo. Avevo visto tutto della sua fimografia ma l'ultima sua opera per un motivo quasi folle l'avevo messa da parte,non che me ne fossi dimenticato: stupidamente vedere La Voce della Luna avrebbe rappresentato per il sottoscritto il distacco finale dal mondo del maestro. Quasi come se in virtù del non aver visto il suo ultimo film,Fellini potesse ancora dirigere e regalarmi emozioni. In verità il maestro se ne è andato e questa sua ultima fatica è davvero il suo testamento,purtroppo frainteso e dimenticato da molti se non dai fan ed è un gran peccato. Il rammarico più grande rimane quel film mai realizzato sul viaggio di Mastorna e ad interpretarlo doveva essere proprio Villaggio e allora viene spontaneo chiedersi: c'è anche qualcosa di quel film mai realizzato ne La Voce della Luna? Perché questo lavoro è una sorta di summa dell'arte di Fellini. Ma a pensarci bene non lo sono tutti i suoi ultimi tre film?

Trovo molto superficiali quelli che parlano in maniera snobistica e disinteressata dell'ultima produzione felliniana,come se non avesse alcuna importanza di fronte ai capolavori degli anni '60 e '70. Vero che stilisticamente si avverte un certo rilassamento nello stile e nella verve dovuta però non tanto ad una mancanza di idee,quanto ad interessi che con la vecchiaia si fanno via via più difficili da comunicare con uno stile come quello del Federico nazionale,fatto di eccessi festaiolo,oniricità ed eccessi. Se si prendono in considerazione Ginger e Fred,Intervista e La Voce della luna si noterà che in quest'ultimo trittico il viale dei ricordi del regista si apre definitivamente al percorso della vecchiaia e della morte già cominciato in un certo senso col Casanova di tanti anni prima.
Belle le musiche di Piovani che pur ricalcando Rota,ed era inevitabile,dimostra di essere uno dei compositori più grandi cavando fuori musiche di grandissimo tasso emotivo.

Solitudine,anzianità,morte e l'imbruttimento del mondo odierno sono le tematiche attorno cui girano i due protagonisti de La Voce della Luna,due pazzi: Benigni con un ruolo preponderante è un folle che sente le voci (vero protagonista del film),suo compagno d'avventura è un Villaggio paranoico fino all'eccesso. Il loro viaggio è in un territorio caciarone e tipicamente felliniano ma si nota come le scene di confusione e di ressa del regista si siano tramutate in qualcosa di più "fastidioso" sotto molti aspetti,mentre quando si dedica ai ricordi di Ivo tutto diventa sognante e più poetico.
Come in un fiume in piena inoltre arrivano personaggi da tutte le parti,ognugno con una storia da raccontare e ognuno che riempie con le proprie voci e la propria figura lo schermo,salvo poi lasciare sempre spazio a Ivo che,pur se ogni tanto quasi dimenticato da Fellini in un angolo,ecco che torna a prendersi giustamente la scena. Lui fa quasi sempre da spettatore nella parte centrale del film di un mondo assurdo e incerto in cui la donna che ha idealizzato lo tradisce; la ricerca di Ivo,e non del suo amico Gonnella (grande Villaggio) perso nella paranoia,è votata da domande esistenziali che vengono chiarite attraverso monologhi di rara potenza.
La critica di Fellini è forte anche se sempre col tono grottesco che contraddistingue i suoi lavori finali: la scena della discoteca alternata al ballocol Danubio Blu in sottofondo è semplicemente maestosa e semplice,eppure comunica tantissimo.
E in un mondo folle in cui anche la luna viene imprigionata,luna che è un principio femminino per il protagonista in cui vengono riconosciute tutte le donne della sua vita,è proprio il pazzo a trovare la propria dimensione esistenziale. O meglio,ad averla capita ma a cercarla ancora. Il pazzo che ascolta le voci nel pozzo,il diverso da tutti ignorato e tenuto di poco conto è il vero saggio che nel silenzio trova il senso di tutto e la ricerca di una pace.
Dopo tanto rumore e tante orge visive (e questo non solo in questo ma in tutta la produzione felliniana),l'ultima sequenza dell'ultimo film di Fellini mi ha lasciato dentro una sensazione inspiegabile: la ricerca del silenzio,il silenzio come antidoto a tutto ciò che attorno ci ronza attorno con insopportabile rumore.
Non è filosofia spicciola,è l'ultima parola di uno dei più grandi artisti del secolo scorso che alla fine ci ha regalato un testamento da brividi. L'ultima sua parola è appunto: silenzio. E dopo? Il viaggio di Ivo continua dentro l'ignoto,ad ascoltare i pozzi. Il pazzo ha capito tutto.

Grazie Federico!