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LA VOCE DELLA LUNA regia di Federico Fellini

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il felliniano     10 / 10  01/09/2007 04:39:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La voce della luna" è uno dei più bei film di Fellini, e uno dei più sottovalutati film della storia del cinema. Ho notato un facile e ingiusto atteggiamento nei confronti dell'ultimo film del regista, nel confrontarlo con i suoi predecessori e considerarlo inferiore quasi soltanto per il fatto che appartenga a un Fellini vecchio e alla fine della sua carriera. Questo mi sa di pregiudizio. Credo, però, che la colpa sia anche di una società troppo "sorda", che non ascolta la voce dell'interiorità e della sensibilità (la voce della luna, appunto), proprio quella società che il regista critica. Questo capolavoro racchiude in sé una sintesi di tutti i temi felliniani principali, ed è un inno alla poesia. Si potrebbe definire, appunto, "poesia visiva". Il film, infatti, non segue una struttura narrativa prosastica, bensì "lirica", nel raccontare il viaggio di Ivo Salvini (Benigni) attraverso sogni e ricordi, tanto cari al regista riminese. "Quanto mi piace ricordare, forse più che vivere", afferma Salvini, alter-ego di Fellini. Il vagabondaggio onirico di Salvini, che gironzola nella campagna inseguendo voci provenienti da pozzi alla luce della luna, ponendosi domande sulla vita, si incrocia, poi, con quello dell'ex prefetto Gonnella (Villaggio), il quale si sente perseguitato dalla "vecchiezza", e da una gigantesca cospirazione, una rappresentazione fittizia, fatta di vane apparenze. La chiassosa piazza è, infatti, il simbolo di una società consumistica confusionaria (circense, per dirla alla Fellini), occupata in futili e precarie circostanze (l'elezione di Miss Farina), in cui l'individualità ha perso tutta la sua forza, sostituita da una alienata collettività, sorda alla voce della vitalità, dell'arte, dell'interiorità, alla voce della luna (parecchi passanti portano cuffie alle orecchie). Il rumore è in continua contrapposizione con il silenzio: alla caotica piazza, con la sua assordante ed eterogenea folla, si contrappone la quieta campagna, con la soggettività e la specificità individuale che essa comporta; le immagini che si danno della onnipresente televisione, della fragorosa discoteca, sono in netto contrasto con i momenti di pura poesia, comprese le citazioni leopardiane (la luna che si posa sui tetti, sui quali sta a sognare lo sposino Nestore). Non a caso Benigni è ripreso in un totale con Pinocchio e l'immagine di Leopardi: il suo personaggio è a metà tra un poeta e un burattino giocherellone. La poesia è la risposta alla società moderna che "non ascolta" la voce dell'io, che vegeta, in quanto assordata dal caos, dal trambusto prodotto dalla Macchina (la motocicletta, la lavatrice, le antenne televisive, i treni). Poesia intesa come volo, come inno alla vita, come ballo, come musica. Meravigliosa è, appunto, la scena del valzer che spezza il frastuono della discoteca. Soltanto i più incompresi (l'operaio dalla lingua indecifrabile), i più emarginati, alla fine, riescono a catturare la luna, quel bagliore di infinito. I politici aggiungono argomentazioni tanto ampollose quanto inutili, il clero dà tutto per già rivelato, in una passiva rinuncia alla conoscenza, e gli scienziati non riescono a dare spiegazioni. Forse, però, non è necessario capire. Basta solo fare un po' di silenzio ed ascoltare. La straordinaria recitazione dimostrata da Benigni e Villaggio, le musiche stupende di un Piovani che molto imita Rota, le simboliche e suggestive scenografie di Ferretti, sotto la direzione del maestro, permettono anche a noi di ascoltare, per un attimo, la voce della luna.
JustMe  30/03/2008 06:26:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Trovo che il tuo commento sia molto azzeccato e che tu abbia colto il film come pochi sanno fare.
Il problema di molti, e forse spesso anche il mio, e' che guardiamo i film e appunto non li vediamo o, peggio ancora, non li ascoltiamo. Aspettandoci sempre una qualche cosa che anche noi non sappiamo, a maggior ragione poi se il film e di un grande del cinema com'e' Federico.
Adoro i suoi film perche' dentro c'e' la vita, dentro c'e' la vita in tutti i suoi aspetti.
Adoro i suoi film perche' mi parlano, mi raccontano questa vita.
Adoro i suoi film perche' quando li vedo li sento.
Adoro i suio film perche' e' un uomo che me li racconta, un uomo "normale".

Non tutti guardano con gli stessi occhi... e in questo caso e' un vero peccato perche' se tutti quanti avessimo capito, o capissimo, il messaggio che Fellini voleva dare forse non avremmo neanche questo tipo di societa'.

Ancora complimenti, un 10/10 al tuo commento Felliniano.