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LA STRADA regia di Federico Fellini

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Dom Cobb     6 / 10  12/10/2018 16:08:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La dolce e sensibile Gelsomina viene venduta dalla famiglia al rude girovago Zampanò; fra uno spettacolo e l'altro, il rapporto fra i due si dimostra fin da subito estremamente conflittuale, e l'incontro con il saltimbanco noto come "il Matto" fa precipitare ben presto la situazione...
Se dovessi essere sincero e concedere un giudizio basato unicamente sul mio tasso di gradimento, allora il voto sarebbe molto più basso; ma in fondo stiamo pur sempre parlando di un grande del Cinema come Fellini, e in special modo di uno dei suoi lavori più acclamati. Perciò, direi che vale lo stesso discorso fatto per "I sette samurai", considerato che tutti i problemi che ho con il film in questione sono una conseguenza dei miei gusti personali più che di oggettivi difetti.
C'è da dire che "La strada", realizzato ancora nel periodo neorealista di Fellini, condivide gli handicap già rilevati nel precedente "I vitelloni" e nel genere in sé, ossia l'immediatezza del messaggio. E' uno di quei film a cui interessa illustrare il quadro di una determinata situazione sociale, dove la trama esile e striminzita è solo un pretesto per mettere in scena luci e ombre di un mondo particolare e anche all'epoca ignorato da molti, nella fattispecie il mondo dei girovaghi, individui senza fissa dimora costretti a una dura battaglia quotidiana per la sopravvivenza, il tutto solo per arrivare a racimolare abbastanza soldi per un decente pasto a fine giornata o un po' di vitto e alloggio. La situazione però viene presentata in modo chiaro ed inequivocabile nel giro di pochi minuti, ma a quel punto restano ancora quasi due ore intere di film da sopportare, durante i quali il film finisce più che altro per ripetersi.
Ciò rende la visione senz'altro pesante, noiosa, anche perché questo mondo rappresentato su schermo appartiene ormai a un'altra epoca e al massimo può valere oggigiorno come una capsula e nient'altro; inoltre il tono pessimista della vicenda, in cui abbondano istanze di abusi e scatti incontrollati da parte del forzuto Zampanò, aggiunge un livello di depressione e sgradevolezza che peggiora soltanto le cose. E sebbene occasionalmente si faccia strada una certa vena filosofica,


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mi è risultata spicciola e fuori posto nel contesto di quella che è, senza mezzi termini, una vera e propria tragedia che nel finale non lascia alcuna speranza.
Anche il cast non mi ha convinto, l'unico a cavarsela sempre e comunque è il grande Anthony Quinn, mentre la Masina, oltre a rappresentare un tipo di donna che non trovo affatto interessante, si limita a fare gli occhi da cerbiatto per tutta la durata. Basehart non è malaccio, ma non lascia mai l'impatto che forse vorrebbe. Si distinguono invece le musiche di Nino Rota, ottime nel stabilire la giusta atmosfera.
Sono dispiaciuto di aver accolto così tiepidamente un altro caposaldo del cinema italiano (e anche mondiale, da quel che sento), ma forse mi devo solo rassegnare al fatto che "La Strada" fa parte di quella lunga lista di lungometraggi che non fanno per me. Non me ne abbiate a male.