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8 1/2 regia di Federico Fellini

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Matteoxr6     6 / 10  05/09/2015 01:15:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo averlo visto, riconosco che si tratti di una meridiana sull'asse temporale del cinema mondiale: per l'approccio al cinema in sé, per il modo di interpretare un soggetto e di mostrarlo al pubblico. Tecnicamente non si discute. Ho letto qualche commento qua e là e mi trovo d'accordo, per esempio, con Goldust, poco più sotto. Penso che l'idea di narrare ed evocare, anche visivamente, i pensieri, gli indugi e le preoccupazioni del protagonista (Fellini in persona), riguardo ai rapporti con gli altri, con la propria interiorità in crisi come la sua vena artistica, sia eccezionale e lungimirante (anno 1963, ricordiamolo). È indubbio che un certo tipo di cinema, che a me piace (penso subito a Malick, ad esempio), ne abbia tratto profonda ispirazione, anche solo in parte. A tal proposito, durante la visione, mi è subito saltata in mente una recente pellicola: "Sineddoche, New York", del fantastico Charlie Kaufman, molto simile nella sua struttura esistenzialista, seppur sceneggiato in maniera diversa; ve lo consiglio. D'altro canto, il limite stesso di 8 1/2 mi è parso intrinseco all'idea che lo ha generato. Infatti ho trovato che dalla scena delle audizioni in poi, cominciasse a vagare un po' intorno a sé stesso, che si concretizzasse la fonte di ispirazione, cioè la perdita della Trebisonda artistica da parte di Fellini. Ho letto alcuni commenti in cui si elogiavano la metafora iniziale e quella finale, come ad indicare che suggellassero il turbinio di flussi coscienziali del protagonista. Ecco, invece a me non è piaciuto l'epilogo, o meglio, il cammino tracciato che ha portato a quel carosello finale, il quale mi è parso realmente arrangiato, giusto per cucire il film e farlo uscire. Questo mi ha un po' deluso senz'altro. Poi, per il resto, sono anche gusti personali che ognuno di noi si porta dietro. Ora, detto questo, spero che comprendiate il mio voto sensibilmente al di sotto della media, frutto di una contestualizzazione che tiene conto di molteplici aspetti, senza inveire a vuoto. Sono ben accetti, invece, le critiche cosiddette costruttive.