kowalsky 9 / 10 12/10/2009 23:33:27 » Rispondi Fino a qualche anno fa, avrei avuto seri problemi con l'introspezione autobiografica di "Otto e mezzo", forse perchè il mondo di Fellini si era improvvisamente oscurato per esprimere le sue fissazioni tra luci, ombre e metafore... siamo davanti a un capolavoro di cinema che nemmeno tenta di condurre lo spettatore verso il territorio dello stupore visivo ed emotivo, ma solo di... sollecitarlo. Anche per questo adoro Otto e mezzo, ma non come avrei voluto/potuto, e continuo a trovare la passerella finale, quella citata e imitata decine di volte da tanti registi (anche Calopresti?) un pochetto autocelebrativa. Ma davanti al Marcello armato di frusta e ai ricordi della confessione sconfessati (o rivalutati?) in "Amarcord" non resta che stringersi addosso l'emozione di un binario artistico pressochè unico. Sorprendente il personaggio della Milo