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8 1/2 regia di Federico Fellini

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Ch.Chaplin     10 / 10  03/01/2007 01:38:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
capolavoro interminabile! secondo me superiore di gran lunga a la dolce vita. girato magistralmente, mastroianni eccelso, perfino la scelta del bianco e nero è stata superlativa. guarda te se da un momento di pressione, spossatezza, mancanza d'ispirazione doveva uscire una pellicola così emozionante e profnda. è storia del cinema, con questo film fellini scrive in assoluto la sua parola nn solo in essa, ma nella storia dell'arte.
quaker  16/06/2007 00:04:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che ritengo tanto 8 e 1/2 quanto La dolce vita due film eccezionali (e soprattutto che è corretto paragonare ed anzi accoppiare come due momenti complementari della capacità espressiva di un artista) preferisco però quest'ultimo.
E tento di spiegare il perché (anche se prima di tutto devo dire che sono veramente felice perché Fellini è finalmente e gloriosamente entrato nella TOP 25).
Anzitutto 8 e 1/2 non sarebbe possibile senza La dolce Vita. Un film spossante, di profonda moralità, di intenso grande realismo, che supera il neorealismo e insieme lo conclude, così come segna la presa d'atto che il dopoguerra è finito. Dopo non poteva venir fuori che un'opera di crisi, di introspezione, ma non di rappresentazione. E io credo che le possibilità narrative del cinema non dovrebbero mai essere perdute.
Ma soprattutto 8 e 1/2 segna come un punto di non ritorno.
Fellini sarà nuovamente grande, ma rischierà sempre di avvilupparsi: dire che non si può dir nulla dovrebbe segnare la fine di un autore. Vero che la scena finale di 8 e 1/2 riscatta tutto il film. Ma forse non riscatta pienamente il regista.
Ne La Dolce Vita ci sono almeno due finali altrettanto grandi: V. Ciangottini nell'ultima scena, ed il suicidio omicidio di Steiner.
Posso ricordare tante battute de La Dolce Vita (purtroppo il film soffre della troppa celebrità della scena della Fontana di Trevi, che distrusse la carriera di ANita Ekberg, impedendole di fatto di essere quella grande attrice che era, e trasformandola in un'icona).
Mi viene invece difficile ricordare i singoli dialoghi di 8 e 1/2; si ricordano più facilmente le immagini, da quella iniziale, al treno, agli occhiali di Anouk Aimee, alla comparsa di Mario Pisu, al cappellaccio nero di Mas*****nni ... e questo non so se sia davvero un bene per un film.
Forse 8 e 1/2 ha fatto più scuola, nel senso che dopo molti registi hanno "osato" andare sull'introspezione, sul soggettivo.
Ma la capacità che La dolce vita ha di raccontare un intero Paese attraverso scene tra loro del tutto distaccate ed apparentemente indipendenti, tutte però legate da un filo che deve rimanere invisibile, ne fa un film assolutamente straordinario. Che poi il nostro cinema si sia perso, credo dipenda più da una crisi della intera società italiana.