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ROMA CITTA' APERTA regia di Roberto Rossellini

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elio91     9½ / 10  13/01/2014 14:30:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un capolavoro assoluto, ancora oggi mantiene immutato il fascino e la potenza delle scene, la forza della disperazione e delle interpretazioni magnifiche (Anna Magnani, giustamente osannata da tutti, ma Fabrizi non è da meno ed è incredibile il modo in cui si è calato nel ruolo).
Fino ad oggi non lo avevo mai visto per qualche mio pregiudizio verso un genere di film, ritenendo che inevitabilmente sarebbero invecchiati, magari male. Ma mi sbagliavo di grosso.
Roma città aperta è moderno ieri e oggi, scevro da ogni retorica, intriso di valori umani cristiani e laici incarnati perfettamente nella figura del prete e del comunista. Demonizza il nazifascismo senza filtri, le scene di tortura fanno palpitare il cuore. Rossellini regista è una continua fonte di sorprese, la maggior parte delle scene girate peraltro in condizioni precarie (e anche per questo restituiscono al film un'aria di verosimiglianza fortissima) sono perfette. Il sangue è sangue, la morte è la morte. Una lunga tragedia umana che lascia spiragli alla speranza, ma non per questo abbassa il tono drammatico e inquietante di sequenze fortissime per l'epoca e ancora oggi molto disturbanti (come quelle della tortura, magistrali).
Aggiungiamoci l'ottima sceneggiatura di Amidei con collaborazione, tra gli altri, di Federico Fellini che costruisce un intreccio corale senza perdere di vista il fine del film né risultare artificioso. La sceneggiatura ricostruisce un personaggio da cima a fondo in pochissime battute, grazie anche alle prove recitative, e i personaggi sono davvero molti.
Indimenticabili alcune frasi, anche se mi permetto di non citare le solite (giustamente) note, ma una scena secondo me grandiosa: quando il maggiore Bergmann (che non ha un accento tedesco pronunciato ma una s serpentesca e melliflua) passa dal suo ufficio con annesso stanzetta perversa delle torture al salone sontuosamente arredato, con donne e musica. Rossellini gira in modo tale quasi da non farci avvertire la dissonanza che si viene a creare, eppure l'effetto è realmente disturbante e restituisce in una magistrale sintesi la depravazione del potere e del nazifascismo.
Affascinanti anche le donne dissolute (un accenno di lesbismo neanche troppo velato?).
Non riesco proprio a vedere punti in cui il film possa essere attaccato anche oggi, compreso il famigeratissimo "invecchiato male". Come Napoli milionaria di Eduardo, opere nate nella guerra e non solo sulla guerra non potrebbero essere disoneste o costruite per acchiappare pubblico sui bassi istinti e al portafoglio neanche se i loro artefici lo avessero voluto. Sgorgano da dentro come un'urgenza espressiva inarrestabile e sfondano lo schermo, ieri come oggi e domani.
Il neorealismo è stato anche e soprattutto questo, nonostante alcuni difetti che per forza di cose hanno reso altri film sperimentali (La terra trema) nient'altro che esperimenti interessanti ma non del tutto riusciti. Forse non sono invecchiati male, non funzionavano neanche all'epoca o non hanno avuto margini di miglioramento. Rossellini (e altri lavori di Visconti e "compagni") hanno avuto il pregio di essere anche una riflessione sulla realtà nel mentre degli avvenimenti, con uso di simboli e tematiche scevre da qualsivoglia sentimentalismo d'accatto.
Ripetiamo tutti insieme quindi: capolavoro.