annibalo 8 / 10 15/11/2009 09:50:55 » Rispondi -lo spazio bianco ultima fatica di Cristina Comencini, figlia d'arte, regista vera. esordì con Zoo, cui seguono- I divertimenti della vita privata dal romanzo di G. Holliday Hall- Và dove ti porta il cuore (dal best seller di Susanna Tamaro), Il più bel giorno della mia vita e La bestia nel cuore, designato a rappresentare l'Italia alla cerimonia dei Premi Oscar 2006 nella categoria miglior film straniero. La Comencini è anche un'apprezzata scrittrice di romanzi: oltre a Matrioska, sono da ricordare Pagine strappate, Passione di famiglia, Il cappotto del turco, L'illusione del bene, con il quale nel 2008 è stata finalista del premio letterario Premio Bergamo. Lei è stata ospite al liceo scientifico di Cassano affermando di non credere in uno sguardo femminile:eppure negli ultimi film c'è eccome! si è avvicinata alla scrittura di testi teatrali ma tornando al film in questione pur abusando della soggettiva(il vero punto di vista diverso) e di piani cinematografici inconsueti(dall'alto viene inquadrato ripetutamente il reparto dei bambini prematuri) affronta il tema della maternità a rischio: la Comencini convince l'esigente platea festivaliera veneziana. La drammatica pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Valeria Parrella, affronta il delicato tema della maternità, maternità sofferta in quanto prematura e "illeggittima" - ebbene si, ancora oggi in Italia vengono definiti così i figli non riconosciuti dal padre. Lo spazio bianco è il limbo in cui Maria attende la seconda nascita di sua figlia, venuta alla luce dopo soli sei mesi di gestazione e rinchiusa in un'incubatrice in attesa di capire se riuscirà a sopravvivere o no. Lo spazio bianco è anche la vita di Maria prima della nascita di Irene, un eterno presente condiviso con se stessa e costellato di impegni quotidiani, dal lavoro di insegnante alla passione per il cinema pomeridiano, da qualche fugace relazione sentimentale alla scelta di trasferirsi a Napoli. A differenza di molte altre pellicole ambientate nel capoluogo campano, la Napoli fotografata dalla Comencini è una città livida e paradossale, distante e silenziosa. Privata dei luoghi comuni che la caratterizzano e della sua identità più solare e sanguigna, Napoli diviene testimone distaccata degli eventi occorsi a Maria. Solo pochi tocchi richiamano il mondo della Napoli criminale nota al mondo,il resto è conflitto,ruoli in crisi,relazionalità ammalate,attesa impaziente.Ottima l'interpretazione della Buy.Film magnifico da non perdere
approfitto dello spazio bianco...ma a costo di apparire delirante Moccia non è da buttare,magari nonavrà il successo di LIALA nè dello zio Tom ma in mezzo ad una vasta concorrenza globale il suo prodotto si differenzia