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FLOWERS OF SHANGHAI regia di Hou Hsiao-Hsien

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Boromir     8 / 10  28/09/2023 22:25:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ennesimo capodopera di uno dei più grandi che abbiano mai posto l'occhio dietro una macchina da presa. Un meraviglioso kammerspiele d'epoca (Cina del XIX secolo) incentrato su intrigo del potere e della sessualità, di cui Hou Hsiao-hsien cesella peculiarità e dissidenze con quello stile radicale che trasformerà la forma cinema in minimalismo supremo, asciugato di ciò che è marginale fino al suo cuore più crudo e sincero: quello di Millennium Mambo e dell'ancor più astratto The Assassin. Il regista taiwanese impressiona su pellicola una tavolozza cromatica che si confronta apertamente (e degnamente) con l'operato pittorico di certi artisti fiamminghi (a tratti sembra di vedere quadri di Johannes van der Meer che prendono vita), e il risultato è la composizione di una prigione onirica, con luci ermetiche e artificiali a delimitare gli spazi della prigionia amorosa dettata da restrizioni sociali.
Sebbene il sesso venga lasciato fuori-campo, il film per tutta la sua durata non perde mai di tensione erotica grazie all'attenzione di Hou per i corpi. La staticità della macchina da presa privilegia il piano sequenza che raccoglie i personaggi in spazi ristretti per lunghi minuti, incapsulandole le interazioni anche attraverso il sapiente ricorso al primo piano, ed evitando così il retrogusto di opera fin troppo legata alla sintassi teatrale.