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LADRI DI BICICLETTE regia di Vittorio De Sica

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eizenstein     10 / 10  22/05/2007 00:26:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
De Sica era un grandissimo e questo film ce lo dimostra. Attori non professionisti sono forse necessari per immedesimarsi nelle condizioni di degrado e povertà e per non evocare nello spettatore segni di irrealismo.
Bellissima la recitazione del bambino, che è il vero capocasa, lavora, prende il padre per mano quando sbaglia e gli fa notare gli errori. Commovente il finale.
Ovunque si svolga la scena, al centro c'è la povertà degli essere umani: funzionari indisponenti, borghesi bigotti, miseri ladri. E questo entra dentro l'anima dello spettatore, ricordandoci chi siamo, da dove veniamo e che non sappiamo dove andiamo.
Il protagonista alla fine è il popolo, il pretesto della ricerca della bicicletta serve ad esemplificare una condizione generale, ripresa nelle scene collettive dei mercati illegali, dei conniventi del ladruncolo, dell'enorme massa di lenzuola impegnate al banco dei pegni. Scioccante e con un interrogativo: siamo sicuri che oggi il mondo sia sostanzailmente diverso e che questo film non abbia valenza universale?
anthony  21/03/2009 11:06:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento scritto molto bene!...a un film che merita molto..visto il suo non schierarsi, e il rendere giudizio al di fuori delle parti: senza fare moralismi retorici o buonismi di sorta.

L'unica cosa che non condivido affatto è il tuo attacco spietato (che ho visto in risposte in altri commenti..) a quella figura unica, immortale e assolutamente fuori dalle parti che era Faber De Andrè!!
Anche lui non ha mai giucato i comportamenti e le bassezze umane!..si limitava a raccontarle...l'attacco arrivava -piuttosto- quando i fatti scellerati erano orchestrati dall'ipocrisia e dall'ignoranza; te lo dice uno che conosce a memoria tutte i suoi dischi e le sue straordinarie performances. GRANDE FABER!

eizenstein  21/03/2009 19:50:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fatto che io, in questo momento della mia vita, non veda di buon occhio De Andrè non vuol dire che non l'abbia mai apprezzato. Anzi, anch'io ho una collezione di suoi CD, e vi è stato un periodo in cui l'ho adorato e andavo a vedere molte cover band in materia.
Solo che è l'opposto di quella che è in questo momento la mia visione dell'arte: pensando a lui vedo il mondo diviso in povere prostitute vittime, ipocriti borghesi, bombaroli idealisti, paesane ottuse, giudici spietati. Contrasta con la mia visione attuale dell'uomo, che rifugge ogni categorizzazione e giudizio.
Mi sento molto più vicino insomma a Lang che fa dire al mostro chi siete voi per giudicarmi, che a De Andrè che disdegna i borghesi, le comari, l'ex amante del bombarolo. Lo vedo troppo categorico, può essere che mi ricreda in futuro ma adesso non lo sopporto principalmente per queste mie sensazioni personali di categorizzazione. Poi comunque rispetto per voi che ancora lo amate, magari lo vedete in un'altra ottica.
anthony  22/03/2009 12:08:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è anche il lato musicale...e credo che De Andrè sia stato (e continui a esserlo...) UN VERO MOSTRO DELLA TECNICA E DELLA SPERIMENTAZIONE STRUMENTALE.
Pensa solo a CREUZA DE MA o a AMIME SALVE...dischi a dir poco sublimi!

...per il resto,non so che dirti...ma una cosa è certa..non smetterò mai d'amarlo!
eizenstein  23/03/2009 09:31:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può essere. A me piaceva per le parole piuttosto che per la musica però in questo momento non riesco proprio a sentirlo.
Diciamo che non ho lo spirito.