wega 9½ / 10 07/12/2007 22:39:22 » Rispondi Eh sì De Sica c'ha proprio azzeccato ad incentrare il suo neorealismo nello sguardo innocente dei bambini. Bambini che nel periodo del dopoguerra sono costretti già ad una vita da adulti e in questo film ad affrontare una realtà tanto dura quale è quella del carcere. Con i bambini l'impatto emotivo è lacerante, quasi assicurato. Questi due giovani sciuscià, lustra scarpe da shoe shine, sono estremamente caratterizzati nella loro psicologia, narrativamente parlando, e in balìa delle più comuni e "logiche" regole sociali di quel tempo. Uno dei capolavori del Neorealismo, e basti pensare che è stato fatto con meno di un milione di vecchie lire. Oscar speciale per riprese in condizioni avverse. Memorabile l'affetto e la scena del distacco di uno dei protagonisti dalla ragazzina. Ho notato un tocco di espressionismo, mi riferisco alla scena delle impronte digitali, chissà che cosa ne pensò Fritz Lang. Un pelo sotto a Ladri di biciclette.
wega 08/12/2007 20:20:05 » Rispondi Ahn ho letto del sonoro, a me non è sembrato malaccio, è somunque migliore di quello di M.A.S.H.
Ciumi 07/09/2009 07:47:42 » Rispondi Scusami se ogni tanto rompo le scatole, ma restando sull'argomento infanzia-neorealismo, hai mai visto qualcosa del regista indiano Satyajit Ray? La trilogia di Apu (Il lamento sul sentiero; L'invitto; Il mondo di Apu) è una meraviglia. Ricorda a mio parere il primo Fellini e il miglior De Sica. Anche "La sala di musica" è bellissimo.
P.S. Ho scritto la stessa cosa ad amterme63
wega 07/09/2009 12:52:27 » Rispondi Mamma mia questi commenti vecchi..non ho nemmeno il coraggio di rileggerli. No, dell' indiano Ray proprio nada, anche dell' altro ho visto poco. Darò un' occhiata.
Beh con Luca vai sul sicuro, per lo meno come scambio di idee.