kowalsky 9 / 10 30/07/2006 14:05:51 » Rispondi Dovendo commentare questo film, ovvero lo spartiacque tra l'ingessato cinema fascista (o comunque di regime) e la nascita del neorealismo italiano, mi preme sottolineare prima di tutto il diverso approccio usato da Visconti - rispetto, che so, a un Palermi - per descrivere la seduzione femminile. Non a caso Clara Calamai, spesso utilizzata come una tra le tante icone del cinema di regime, assume qui un'erotismo piccato ma molto meno agiografico e stilizzato. C'è una forte matrice ideologica nel raccontare la bellezza dei corpi senza enfatizzare la loro forza sociale e interiore. Visconti racconta - ispirato dall'originale di Cain e forse da Steinbeck - un mondo proletario e contadino che mostra la sua nudità seduttiva anche se coperto da quattro stracci. Ancora oggi, è un film di grandissimo lirismo, con un Girotti colto nel culmine della sua bellezza e gioventu' (ehm, "giovinezza" in tempi non propriamente democratici sarebbe frainteso), ovviamente filmato da Visconti con una modernità stilistica e fotografica fuori dal comune. Così, se in "ossessione" si colgono quei segni di novità che successivamente almeno in certi casi diventano opere d'arte edificanti e didattiche, c'è un certo sottile sadismo nel tratteggiare quella generazione di "umili" portandoli a confrontarsi e identificarsi con i loro peccati, le stesse colpe e i delitti che l'ideologia marxista vorrebbe voler far cadere esclusivamente su "altri".
Dick 30/09/2007 20:05:50 » Rispondi " (ehm, "giovinezza" in tempi non propriamente democratici sarebbe frainteso)"