I film sulla pazzia sono affascinanti, intriganti, ma anche estremamente difficili da girare.
Non tanto perchè è arduo trovare una storia da pazzi e/o di pazzi, quanto per la necessità di avvolgere lo spettatore nelle spirali di follia senza riverargli subito qual'è il confine tra realtà e allucinazione, tra verità e immaginazione.
Date le premesse (Di Caprio protagonista...brrrr...), avevo molti dubbi sulle possibilità di riuscita della nuova fatica di Scorsese, soprattutto dopo i mezzi passi falsi (a mio parere) di Aviator e Departed. Ed invece, sono felice di dovermi ricredere.
L'inizio è travolgente, con una colonna sonora terrificante in fatto di potenza e pathos, e le inquadrature sempre più stringenti, a catapultarci nel bel mezzo della fortezza, mi hanno dato un senso di vertigine e di meraviglia che da tanto tempo non provavo al cinema.
Mi chiedevo: cavolo, ma è davvero Scorsese?!?!
La storia si evolve seguendo binari imprevedibili, con salti nell'horror, nel giallo, nel drammatico, nell'action...
E man mano che gli eventi si susseguono, cresce il senso di isolamento e oppressione trasmessi dalle scogliere a stropiombo, dalla pioggia battente, dai cancelli che si chiudono e dalle guardie carcerarie indifferenti quanto malefiche.
Tutto è distorto, ma non ce ne accorgiamo, fino a quando, ad un certo punto, iniziamo a chiederci: che diamine sta succedendo?
Ed è lì che cambia radicalmente la prospettiva da cui si osservano gli eventi.
La drammaticità di alcune scene muta in farsa, l'orrore diviene grottesco. La ragione si rivela fallace e fragile.
Mi ha molto colpito, ad esempio, la scena in cui vengono fucilati gli ufficiali tedeschi nel campo di sterminio.
Sembra un balletto di marionette.
Perchè, ci si chiede, questa scena non è tragica quanto dovrebbe?
E la risposta arriva in seguito: perchè non sappiamo se è un evento realmente accaduto come lo ricorda il soggetto rimembrante.
Film straordinario in tutti i suoi aspetti: dalla fotografia alla colonna sonora, dagli attori alla trama e ai dialoghi.
E al di sopra di tutti: Martin Scorsese.
Finalmente, di nuovo, grande.