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SHUTTER ISLAND regia di Martin Scorsese

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axel90     7 / 10  07/03/2010 12:00:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"La follia è contagiosa ?"
Questa è forse la frase più simbolica di un film conturbante, angoscioso, misterioso e penetrante. Scorsese dal canto suo costruisce un film che sotto il livello tecnico è quasi ineccepibile: una regia sopraffina che gioca con una fotografia a cui alterna vivacità e colori, ad altri in cui il bianco, il nero e il grigio la fanno da padroni. Con delle scenografie da mozzare il fiato e un storia ben costruita, cercando il più possibile di attenersi al libro di Lehane, Shutter Island è qualcosa di unico, un viaggio nella pazzia, nell'angoscia e nel trauma del ricordo, nel dolore e nella finzione. Un film claustrofobico e opprimente, a tratti incolore a tratti veramente disturbante, con continui flashback che cercano di confondere fino ad un finale forse per alcuni già prevedibile, ma comunque riuscito.
Però secondo me a tratti non funziona. Le due ore e mezzo non si sentono particolarmente, anche perchè il film scivola via senza annoiare, ma si sente il fatto che sia un prodotto fin troppo ordinario: Scorsese si limita a fare il suo onesto lavoro, prendendo un storia interessante e trasformarla in film. Ma segue passo passo il libro: non si inventa niente di nuovo, sembra come inscatolato, non osa e sembra voler fortemente restare ancorato al suo essere sì un thriller psicologico altamente adrenalinico e fuori dagli schemi ordinari di un film commerciale, ma niente che autori come David Lynch o Brad Anderson non avessero già fatto.
Di Caprio offre una interpretazione molto buona di un uomo distrutto dal dolore, violente, rude ma allo stesso tempo sensibile, impaurito da ciò che gli sta succedendo. Peccato che nel libro le relazioni che aveva con gli altri personaggi erano molto più forti e meglio costruite e qui, per via sicuramente di una lunghezza eccessiva sono state quasi del tutto eliminate.
In conclusione un buon film, costruito solo come un maestro sa fare e che sotto il profilo tecnico non si ha nulla da ridire, ma che decisamente è troppo "ordinario" o per meglio dire " poco coraggioso", a tratti un pò troppo forzato, alla ricerca sempre del colpo di scena che smuova lo spettatore e che punti sempre a far restare alto il livello di attenzione. Comunque buona la prima Martin.