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SENSO regia di Luchino Visconti

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jack_torrence     8 / 10  22/11/2010 19:46:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco dove Visconti comincio a non amarlo più.
Non si può dir nulla né contro l'eccelso valore pittografico di questo film (la battaglia come i dipinti di Fattori, ecc.), né contro il suo "altissimo" discorso etico, politico.
Dunque un capolavoro?
Sì ma - e non ne contesto la freddezza, ci mancherebbe - il compiacimento... La malcelata vanità scenica... L'assenza di pudore nella magniloquenza...
Una magniloquenza tutta "di esibizione" che dopo un po' stucca perché sproporzionata ai contenuti, anzi, oserei dire una magniloquenza che vive una vita propria, persa nel gigantesco ricamo - da arazzo - di una padronanza del mestiere quasi narcisistica.

Quanto alla freddezza, al distacco totale, che si tramuta in condanna, con cui son narrate le pene d'amore di questa disgraziata, sarebbe interessante intavolare una discussione su quanto sia cambiata dal 1954 a oggi la morale comune quanto al rapporto tra le ragioni dei sentimenti e le ragioni dell'impegno sociale.
Un film che è segno dei tempi - di oggi - è "Lussuria" di Ang Lee - che ricalca "Senso" andando in senso diametralmente opposto.

La freddezza, la spietatezza con cui è trattata la protagonista, è di nobile ascendenza letteraria ottocentesca, e possiede un sapore quasi dimenticato oggi al cinema.

Alida Valli superlativa.
Ma ci tengo a rilevare quel fantastico attore che era Massimo Girotti, qui in una parte secondaria (eccezionale in "Ossessione", sempre di Visconti).