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ROCCO E I SUOI FRATELLI regia di Luchino Visconti

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pier91     10 / 10  14/07/2011 18:57:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' con un po' di timore che mi appresto a commentare (a proposito, credo che spoilererò). Amo così tanto quest'opera che mi permetto di definirla, banalmente, meravigliosa. Mai visti sul grande schermo personaggi così carnali, corporali, così veri che in più di due ore di visione ci si dimentica che sono parte della finzione cinematografica. Forse Kazan era riuscito in un'introspezione altrettanto vivida, e infatti v'è tanto di lui in questo film. Anche Visconti, per quanto non accantoni l'indagine sociale, è un grande appassionato della natura umana. Quel che spicca nel suo cinema è l'approfondimento delle individualità. Nella pellicola in questione sono immortalate nell'ambito della famiglia, apparentemente specchio dell'uniformità, in realtà dimensione spiccatamente disomogenea. Il titolo da' risalto ad una figura specifica, quella di Rocco. Perché? Perché è il più timido, il più riservato, il più silenzioso. Dunque ascolta e vede meglio di tutti. E' anche il più altruista, ma d'un altruismo malato ed autopunitivo, assolvibile solo perché assolutamente onesto, autentico, agli antipodi del vittimismo caritatevole. Il perdono che concede al fratello è non di meno tragicamente dannoso. Rinunciando alla donna che ama (una straordinaria Annie Girandot), Rocco intrappola il fratello in un amore a senso unico che lo intossica e lo sopprime. Simone, a dispetto della dirompenza fisica, è la vera incarnazione della fragilità. Quel suo rigetto sdegnoso della normalità, quella sua ribellione cieca, unita all'irrimediabile incapacità di concretizzare le proprie ambizioni, lo rendono simile ad un antieroe romantico. Personalità speculari ma affini, almeno nell'avere un'identità forte e trascinante, Simone e Rocco soffrono del sentimento della vita stessa. Nulla a che vedere con la felicità frolla di Vincenzo, anodino della peggior specie. Ciro dal canto suo si pone nel mezzo. Ragazzo a posto, fin troppo obbediente, è la figura più "sana", equilibrata e lucida della famiglia. La scelta di denunciare il fratello è molto più benefica e generosa di quanto gli altri riescano a capire. "Nessuno ha voluto bene a Simone come gliene ho voluto io" afferma nel finale. Luca, il più piccolo, è il depositario di speranze e aspettative. Attraverso di lui lo sguardo di Visconti si raddolcisce, riacquista quasi un candore infantile, giusto in tempo per il finale.
pier91  14/07/2011 20:44:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
scusate le ripetizioni ma ho scritto di getto