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LA CADUTA DEGLI DEI regia di Luchino Visconti

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Marlon Brando     8½ / 10  11/10/2007 14:39:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' necessaria la compiaciuta estetica del linguaggio di Visconti per mostrare la storia perversa e maligna che riprende una delle opere più celebri del tanto amato Wagner perchè riflette lo stesso narcisismo abominevole del nazismo, compiacimento di bruttura e obbrobrio morale.
In questa sorta di Salò viscontiano, infatti, i personaggi sono di una cattiveria disumana, divina appunto. Il mito e l'archetipo come ha funzionato in La terra trema coi pescatori siciliani, funziona ancora (e funzionerà per sempre in ogni civiltà) anche in una società così diversa da quella sicula come quella della borghesia tedesca filonazista.
Fra l'altro una scena che precede lo stupro di una bimba in cui ilpersonaggio di Helmutt Berger (straordinario e sottovalutato attore capace di interpretare ruoli estremamente scomodi) inquadrato con un sorriso malefico che mi ha ricordato moltissimo Alex in Arancia meccanica.
“Ho voluto fare un Macbeth moderno” ha detto Visconti “dove gli dei si mescolano agli umani: lo strumento del loro potere è il denaro, il tempio della loro caduta la fabbrica irta di ciminiere”.