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MORTE A VENEZIA regia di Luchino Visconti

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ZanoDenis     9½ / 10  07/06/2015 20:12:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me uno dei migliori di Visconti, mi è piaciuto veramente tanto. E' vero, è lento e prolisso, accadono pochissime cose, ma credo che questa volta la lentezza sia giustificata, usata in maniera perfetta e conforme al film, serve a contemplare, a lasciarsi andare, a rendere poetico ogni momento, a creare sensazioni di angoscia e ambiguità.
Morte a Venezia è senza dubbio questo, il trionfo di quest'ambiguità, una riflessione pessimista da parte di Visconti, sulla vita, sull'amore, sulla morte, nel film ci sono momenti di pura poesia, più efficaci che mai.
Parte da un soggetto che all'apparenza può apparire semplice, ma pian piano si rivela di un'efficacia clamorosa. Incredibile la caratterizzazione del personaggio principale, che mi ha anche ricordato il Burt Lancaster di "Gruppo di famiglia in un interno" qui in versione molto più esasperata, più ambigua ma anche meno estroversa. Un musicista di cui scopriamo tutto pian pian, tramite pochi ed efficaci flashback, pochi ed efficaci come i dialoghi all'interno del film, qui Visconti lascia poco spazio alle parole, si concentra sulle immagini, sulla contemplazione, le parole in quel caso sarebbero state decisamente ridondanti.
Il nostro musicista, dopo una vita vissuta tra sofferenze e disturbi è obbligato a prendersi una vacanza dove rilassarsi, per i problemi di cuore. Qui a Venezia, effettivamente non accade quasi nulla, oltre all'epidemia di colera, ma allo stesso tempo accade moltissimo, se la vediamo dal punto di vista del personaggio. Incredibile in questo caso la regia di Visconti, che ci mostra il punto di vista del protagonista per buona parte del film, ci mostra come lui si limiti a guardare, a pensare, a riflettere sulla sua ambigua attrazione verso il ragazzo, a restare per diverso tempo, li imbambolato, senza mai agire, tutto accompagnato dalla splendida scenografia veneziana e da una buonissima fotografia.
C'è chi in questi momenti forse non vede nulla, io ci ho visto tanto, tutto il film è un lento declino verso la morte, ma non soltanto intesa come morte fisica, ma anche una morte dei sentimenti, delle emozioni, che si vanno spegnendo pian piano, è anche una riflessione sull'incapacità di agire, mi vengono in mente anche riferimenti sociali, "Puo darsi che il nostro protagonista non abbia mai provato ad agire perchè bloccato dalla sua condizione sociale o in generale dalla morale comune??", conoscendo Visconti, la risposta è probabilmente "Si".
Per me un film enorme, di una poesia unica, i lunghi silenzi, le stupende scene di contemplazione, accompagnate anche dalla musica di Mahler che qui si rivela ottima, tutto questo non può non colpire. Morte a Venezia lo considero uno degli esperimenti più rischiosi, interessanti e riusciti di Visconti, devastante il finale. Capolavoro, o poco ci manca.