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MORTE A VENEZIA regia di Luchino Visconti

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8½ / 10  16/04/2013 19:29:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'opera più intimista di Visconti, realizza nonostante l'insormontabilità della trasposizione un processo di introspezione della natura umana decaduta in una dapprima repressa poi liberata contemplazione del suo Giacinto pur scevro del lato edonistico, assurto a suo archetipo da venerare spiritualmente, talmente saturo nella messinscena da non dover ricorrere al lato descrittivo sacrificato anche nell'opera di Mann. Gustav suo alter ego, qui musicista e non letterato, generato sulla figura di Mahler e sapientemente da Mahler trae anche il comparto musicale. Brava la Mangano a sacrificarsi (senza compenso) ad un ruolo marginale e Visconti la ricompenserà 2 anni più tardi dirigendola in 'Gruppo di famiglia in un interno', ancor meglio Bogarde che rende magistralmente il suo emotivo turbinio cosmico soggiogato dalla contemplazione di Tadzio che diviene un irrefrenabile stalking tra una Venezia pandemica testimone di un amore tanto impotente quanto logorante.