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MORTE A VENEZIA regia di Luchino Visconti

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Crimson     10 / 10  07/09/2006 16:46:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che tra le righe potrebbe essere colto uno spoiler.
Il padre del professor A. aveva una clessidra in cui la sabbia contenuta nella parte superiore sembrava che non scendesse mai..
quando ci si rende realmente conto che la vita attiva è passata, è troppo tardi.
'Morte a Venezia' è il bilancio di un uomo e di un artista. E' un'amara presa di coscienza di un sognatore, che si attua attraverso flashback ed un'analisi concreta del presente.
Il sognatore A. idealizza un concetto di musica troppo lontano dalla omogeneità delle interpretazioni, interrogandosi sul perchè di una realtà limitante. Al tempo stesso come uomo scopre di dover fare i conti col tempo che passa, con una società annientata dall'ossessione del profitto, a costo di mettere in secondo piano i singoli.
A. scopre il vero orrore della vita, tutto ciò che lo teneva ancorato è ormai perduto (il figlio, la musica, la fiducia negli altri...). Rimane solo l'idealizzazione. E il ragazzo, realtà o immaginazione che sia, è inequivocabilmente il riflesso di questo desiderio viscerale del protagonista, ossia di tornare indietro e riassaporare quella giovinezza perduta, il tempo dei sogni, i capelli ancora neri e la sabbia che sembra non cadere mai nella parte inferiore della clessidra. Ma indietro non si può tornare e allora ecco emergere quell'uomo così vicino a quello di 'professione reporter'. Di fronte all'orrore della vita cambiar non si può, rassegnarsi è la sola alternativa.
Capolavoro assoluto, tremendamente incisivo e struggente.
Questo commento, Manuele, è dedicato a te.