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MORTE A VENEZIA regia di Luchino Visconti

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Goldust     6½ / 10  06/09/2016 17:09:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impresa ardua riportare su pellicola un romanzo così statico, privo di azione e scarno di dialoghi: in mezz'ora di film il nostro bravo compositore si insedia nell'hotel veneziano e si beve un brodino, lasciando poco all'immaginazione ed all'emozione. Almeno fino all'introduzione di Tadzio, un "angelo della morte" dai connotati irresistibili. La sfida maggiore di Visconti sta proprio qui, nel rendere interessante il quotidiano portando a galla le proprie pulsioni inconfessabili, con il cuore e la ragione sempre in lotta fra di loro. Per una volta, nella poetica Viscontiniana il decadimento della Persona si sostituisce a quello della Società ( che pure non è descritta in modo benevolo ) mentre non è sempre a fuoco l'idea del protagonista di ricercare la bellezza assoluta, messa in primo piano da continui flashback che alla lunga tradiscono la loro funzione.
Affascinante sotto molti aspetti, non da ultimo quello della messinscena, è comunque una pellicola di non facilissima fruizione, più intellettuale e quindi meno d'impatto rispetto alle altre opere della cosiddetta " trilogia tedesca" ( La caduta degli dei e Ludwig ).