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LA MALA EDUCACION regia di Pedro Almodovar

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kafka62     6 / 10  18/04/2018 11:51:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel cinema di Almodovar non sono mai mancati omosessuali e travestiti, eros e thanatos, melodramma e passione, corpi esibiti, corpi che si desiderano e corpi che si possiedono. "La mala educación" non sembra a prima vista fare eccezione, contenendo tutti questi elementi (e in più un altro leit-motiv almodovariano, il film nel film, questa volta un lacrimoso melò claustrale). In realtà, il risultato è meno convincente del solito, perché ne "La mala educación" l'atmosfera è torbida e malsana fino al parossismo (a partire dall'episodio della pedofilia nel collegio cattolico di cui sono vittime Ignacio ed Enrique bambini), la trasgressione non è mai liberatoria (ma viziata da droga, delinquenza e malattia) e il desiderio sessuale è utilizzato per scopi loschi e perversi (abuso di minori, ricatti, sfruttamento). Per farla breve, si sente moltissimo la mancanza dell'ironia che ha reso famoso il regista spagnolo e che avrebbe permesso a questo ambiguo noir di raggiungere un soddisfacente equilibrio di leggerezza e di distacco critico. Impaludato nel fango dei suoi personaggi, Almodovar si mostra interessato soprattutto a mettere in scena un complicato intreccio che vuole riecheggiare classici come "La donna che visse due volte" (l'inattesa visita di Ignacio al regista Enrique, che aveva sperimentato con lui sedici anni prima, ai tempi del collegio, l'iniziazione all'amore omosessuale, e la successiva scoperta che non di Ignacio si tratta ma del fratello Juan) e "La fiamma del peccato" (la congiura tra Juan e l'ex padre Manolo per uccidere Ignacio), ma che trova i suoi principali motivi di interesse essenzialmente nell'esplorazione pirandelliana del rapporto tra realtà e finzione (il confine tra le due è alquanto labile ed è affidato alla attendibilità e alla veridicità delle rievocazioni e dei ricordi che accompagnano la storia), tra arte e verità (in fondo il soggetto altro non è che la realizzazione del film che stiamo vedendo, e tutto il resto, raccontato da attori o da personaggi che hanno cambiato la loro identità, è una sorta di sceneggiatura di volta in volta modificabile, che non lascia mai percepire con assoluta obiettività quello che realmente è successo nel passato). Al di là delle perplessità sopra esposte, resta comunque indubbia la perizia registica di Almodovar, che costruisce immagini raffinate, dalle forme e dai colori smaglianti, e sequenze di forte impatto emotivo (il viso di Ignacio, con un rivolo di sangue che gli scende dalla fronte, il quale si spacca letteralmente in due per lasciare entrare l'inquadratura successiva; i volti dei due bambini che si trasformano in quelli di Ignacio ed Enrique adulti; la morte di Ignacio, con la testa che cade al rallentatore sulla macchina da scrivere e i tasti schiacciati alla rinfusa che si intrecciano tra loro), conferendo così al film una sua incontestabile dignità artistica.