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BASTA CHE FUNZIONI regia di Woody Allen

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Specola     9 / 10  20/10/2009 03:26:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qui non solo basta, ma funziona pure troppo.
Ogni personaggio, ogni situazione.
Io adoro i film di Woody Allen (già solo la musichetta retrò iniziale con i titoli iniziali bianchi su sfondo nero sempre con lo stesso carattere di scrittura, mi piacciono, mi danno quell'ottima sensazione di familiarità che mi introduce al film di buon umore).
A mio avviso il primo Allen (ovviamente non nei film di successo ma in quelli minori) elaborava molto le situazioni, le costruiva e le caratterizzava per poi arrivare al colpo di genio, al divertimento.
Questa "attesa" posso capire che ad alcuni non piaccia, magari possa risultare verbosa... ma questo non accade in "Basta che funzioni".
Il divertimento è fruibile dall'inizio alla fine e in ogni risvolto della storia.
Non ci sono, o almeno non mi è parso, scene decorative o di supporto.
Si passa dalla fase di convivenza a quella in cui sono sposati in uno schioccare di dita, senza vedere nemmeno la chiesa.
Ma nonostante questo la storia fila e regala in ogni situazione risvolti divertenti o geniali.
Non so voi, ma i film con dialoghi intelligenti li adoro e qui non c'e' mai banalità.
A questo aggiungo che io (pur avendo solo 34 anni) vedo il mondo nello stesso identico, preciso, uguale modo del protagonista (con la differenza che non sono sgarbato e non ho tentato di suicidarmi).
Però moltissimi ragionamenti, hanno solo ripetuto idee che ho già ben presenti nella mia testa.. come fare figli, vivere nella solitudine piu' totale, non illudermi sull'amore, il sentimento che si prova a capodanno (IMHO a volte sarebbe bene non essere geni ma stupidotti e superficiali).
Consiglio la visione non solo agli estimatori di Allen ma per la semplice fruibilità che coniuga sia la testa che lo stomaco veramente a tutti.
Invia una mail all'autore del commento franx  20/10/2009 19:02:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...Non lo so...Io ho solo notato una RIPETIZIONE degli stessi argomenti di sempre, stavolta, invece che condita dal solito acume, semplicemente parlata.
Poi non ho neanche notato alcuna novità in quello che dice, anzi l'ho trovato abbastanza scontato, cioè non serve un semipremionobel della meccanica quantistica per trasformare il tutto in una "novità".
Tra l'altro non mi sono identificato per nulla (ho 36 anni): e non sono uno che passa le sue serate in discoteca, ma nemmeno mi sento "vecchio" dentro e fuori, come il protagonista, che, applicando la sua scienza alla vita e, diciamolo, credendosi anche un attimino superiore, non fa altro che tirare fuori una serie di luoghi comuni sulla vita e sull'amore (che proprio non c'entra nulla con quello che c'è nel film) che non costituiscono alcuna novità.
Specola  21/10/2009 02:50:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1 - La Ripetizione: mah, i temi trattati da Woody Allen, si conoscono, o li si accetta, o li si ama (e si ha grande curiosità e voglia di sapere quali nuove angolazioni e sfumature abbia concepito questa volta la sua mente) oppure sono da evitare. Sesso, religione, amore, morte... sempre gli stessi ma temi importanti. Fosse per me ne parlerei a colazione pranzo e cena. Beati quelli che hanno già trovato tutte le risposte e sono passati ad altri argomenti.

2 - Novità: nemmeno io ho trovato tante novità più che altro perchè condividendo quello che dice il protagonista mi sembravano pensieri miei... vedere qualcuno che li condivide in mezzo al finto buonismo della società di oggi... devo dire che ho apprezzato. Poi non sono convito che in presenza di novità la pellicola diventi migliore. E' come si trattano le cose di cui si vuole parlare che determina la bontà del film.

3 - A me sembra che il protagonista tiri le orecchie alla tipa che sposa tutte le volte che lei tira fuori un luogo comune.. per cui accusarlo di tirare fuori tutta una serie di luoghi comuni sulla vita e sull'amore mi sembra quantomeno esagerato.
La sua genialità non consiste nel sentirsi vecchio.
La sua genialità consiste dell'essere perfettamente conscio della realtà che gli sta tutto intorno: sapere che tutte le menate mentali che fa la gente servono per autoconvincersi che tutto va bene e per tirare avanti, sapere che le cose non durano.. non escluso l'amore, sapere che morirai, che tutto quello che fai è inutile... portano il protagonista (e anche me) ad essere disilluso su ogni cosa.
Qualsiasi persona che ha bene nella propria mente il quadro complessivo della situazione (pensa anche al fatto che lui sa che c'è il pubblico oltre lo schermo) si estranea da tutto e contempla il suicidio per mettere fine a questa farsa (ok tenere duro e sopportare il tirare avanti ma perchè accettare il dolore?).
L'idea di togliersi la vita mi affascina (Allen non lo ha trattato spesso come argomento.. ecco che cercavi la tua novità) è la strada più breve e più facile per arrivare dove si arriverà comunque.
Io l'ho scartata perchè voglio affrontare quella più difficile cioè vivere il calvario dell'esistenza a sostegno dell'idea che non ne vale davvero la pena. E lo dirò fino alla fine. Per questo nel mio commento al film affermo che forse è meglio essere sempliciotti e superficiali. Perchè è meglio essere in pena per un reality e andare in discoteca a sballarsi piuttosto che sapere perfettamente come va il mondo e non avere speranza alcuna di essere felici.
Invia una mail all'autore del commento franx  22/10/2009 20:07:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho capito.
Mi dispiace che sei disilluso su tutto!
Comunque, a parer mio, il protagonista non ha le idee "chiare" semplicemente non si sente a suo agio nel mondo in cui vive e ne mette in luce realtà che sono di per se manifeste a tutti, solo che tutti, pur conoscendole, se ne fregano.
Non si tratta di avere le risposte a tutto, come invece sembra che abbia il protagonista.
Quello che mi sarebbe piaciuto e, che secondo me, avrebbe reso il film un tantinino più reale è che il tipo si occupasse ancora di meccanica quantistica, seppur disilluso, nevrotico, psicotico (suicida), in questo modo, avrebbe sicuramente contribuito in maniera maggiore al progresso dell'umanità!
Questo perchè, con tutta la sua visione globale, il suo prendere coscienza, il suo genio, non riesce a fare la cosa più difficile al mondo e cioè accettare i difetti e vivere con gli altri nella società: il che non significa diventare cretini in mezzo ai cretini, semplicemente, riuscendo a parlare con tutti, trovare magari qualcuno che cretino non è.
Ne esce semplicemente un alienato, poveretto, che non riesce a comunicare, a prendere le cose come vengono, senza prendersela troppo e senza, di conseguenza, cadere nella depressione.