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LAVORARE CON LENTEZZA regia di Guido Chiesa

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5percentnation     7 / 10  05/11/2004 12:07:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto ieri sera. Presente in sala Guido Chiesa che dopo la proiezione è rimasto a conversare amabilmente con il pubblico anche fuori dalla sala.
Mi è abbastanza piaciuto.
Ovviamente chi rievoca gli anni '70 (76-77 in questo caso) difficilmente lo fa con occhio troppo critico e il film di Chiesa non è un eccezione.
Nonostante gli ovvii stereotipi proposti (ma in fin dei conti degli anni '70 ormai non è rimasto che lo stereotipo, no?) ho trovato i personaggi abbastanza "bilanciati", nel senso di "umani" e non macchine programmate dall'ideologia che avrebbero potuto dare adito ad un genere di contrapposizione facile e stucchevole tipo lo studente grondante ideali e quasi eroe contro il poliziotto bastardo fascista assetato di giovane sangue comunista.
Invece il fulcro della storia di ogni personaggio è guidata dalle proprie vicende personali che in teoria esulano dalla politica, ma che poi verso la politica si riversano per forza di cose. Chiesa stesso, durante il dibattito, ha citato a proposito il vecchio slogan "la politica è il personale, il personale è la politica", che per quanto anch'esso stereotipato si fonda su radici più che mai solide ed attuali. Infatti nel film c'è un militante del movimento che crede nell'ordine, nella disciplina, nella necessità di un capo e che quasi non concepisce che la radio non ne abbia uno, e c'è un carabiniere che, sobillato dai propri problemi personali e familiari e non dalle sue convinzioni ideologiche, da un ordine per il quale poi soffre e soffrirà a vita. Il punto è: quanto di te stesso, della tua natura, della tua essenza, puo' onestamente convivere con un ideologia condivisa con così tanta altra gente?
In altre parole, fino a che punto si puo' ESSERE quello che si professa di essere?