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A HOLE IN MY HEART regia di Lukas Moodysson

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  22/03/2017 10:45:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il buco nel cuore del titolo è la ferita che si porta dietro il poker di protagonisti della pellicola. Reclusi in quattro mura vivono in maniera sordida ed alienata, ripresi senza alcuna logica narrativa da Lukas Moodyson, il quale sorprende in maniera clamorosa allontanandosi di moltissimo dai suoi precedenti lavori come l'ottimo "Lilja 4-ever" e l'amato ma a mio parere pessimo "Fucking Amal".
Scelta coraggiosa e un po' folle quella del filmaker svedese, a cavallo tra sperimentazione e fake shockumetary. Come scenografia un ambiente degradato rispecchiante il disagio totale; caos e luridume ad attorniare un padre vedovo dal passato dolorosissimo, un figlio che nelle tenebre trova rifugio da un mondo al quale è incapace di allinearsi, un amico di famiglia con i giorni contanti e un'aspirante pornostar alla ricerca della fama in barba ad una vita non troppo generosa.
Girano film hard per diletto, per annullare quel dolore e quelle ansie che li torturano da mattina a sera: c'è chi nel sesso sfoga le proprie frustrazioni, chi invece spera di vedere la luce tramite esso.
Il racconto procede in maniera destrutturata, le sequenze non rispettano alcun ordine cronologico e spesso tornano come vittime di un circolo vizioso. A tratti appare palese l'improvvisazione degli attori, lasciati esprimere a ruota libera. Moodysson li costringe in un inferno domestico dove cerca di coglierne il malessere attraverso sequenze non proprio all'acqua di rose tra scene di sesso, nudi integrali, vomito, sex toys, droghe, labioplastiche e tante altre cosine non adatte ai facilmente impressionabili.
Alle fine però più che il disgusto, la pietà o il desiderio di scavare andando a far propri i significati di tale perverso show passa solo tanta noia, con il senso di minaccia mai concretizzato.
Sembra che Moodysson cerchi il colpo destabilizzante in maniera troppo gratuita, ma solo con l'orgia di cibo riesce a creare qualcosa di realmente nauseante ma degno di riflessione. Il gozzovigliare irrefrenabile, con umiliazioni e follia a seguire, è emblema di un' ostentazione dei sentimenti deviata e perversa, regolata da istinti sostenuti da buchi destinati a tramutarsi in voragini.