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HERCULES (1983) regia di Luigi Cozzi

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DankoCardi     6½ / 10  28/10/2020 17:00:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Strano davvero che questo film non sia stato ancora commentato da nessuno, eppure negli anni '80 era un "must" sulle reti private ed ha fatto sognare una generazione di ragazzini di allora. Luigi Cozzi si diverte un mondo a manipolare la mitologia greca ed appunto come uno stregone getta nel calderone dei, eroi, personaggi storici, maghe etc... e lo fà sempre con il suo senso del meraviglioso: popolare ed "italianesco" ma intriso di tanta passione e buona volontà. La pellicola non annoia e diverte pur nella sua evidente pochezza, d'altronde la Cannon di Golam e Globus era una casa di produzione minore non certo all'altezza dei colossi Hollywoodiani, eppure le scenografie sono suggestive ed anche gli effetti speciali, all'occhio di oggi alquanto ingenui, per l'epoca potevano essere efficaci. Il regista, poi, non rinuncia ai suoi colori pop e con i mostroni animati in stop motion omaggia il cinema di fantascienza con cui è cresciuto: quello degli anni '50 e '60 con gli effetti di Ray Harryhausen; mi rendo conto che oggi vederli fà sorridere, ma ricordiamo che all'epoca, stante la mancanza della computer grafica, anche nelle megaproduzioni le cose non erano molto diverse. Il cast inoltre è ricchissimo di volti che hanno letteralmente sorretto il nostro cinema di genere, da Cassinelli alla Giorgelli, da Garko a Garofalo a Berger alla Boccardo solo per dirne alcuni. Lou Ferringo era l'interprete perfetto per questo "Ercole povero" con la sua granitica fisicità (anche se dobbiamo chiudere più di un occhio sulla sua recitazione). Una volta chiesi a Cozzi che tipo fosse Ferrigno e lui mi rispose che era il classico ragazzone simpatico. Certo le ingenuità e le passonate in questo film sono molte (come la scena in cui Ercole crea la costellazione dell'orsa...certo, ironica, spassosa ma magari evitabile) che mi impediscono di dargli un voto più alto eppure pellicole simili per noi bambini dell'epoca significavano molto ed oggi vanno guardate più con affettuosa nostalgia che con senso critico. Grazie Luigi Cozzi :)