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IL GIORNO DEGLI ZOMBI regia di George A. Romero

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  07/12/2010 10:02:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terzo capitolo dell'apocalisse zombesca di Romero, implacabile come i predecessori nell'illustrare la stoltezza umana.
Questa volta i sopravvissuti sono militari e scienziati isolati all'interno di una base sotterranea,al sicuro dalle insaziabili fauci dei non morti ma non dalla propria indole.
Nei claustrofobici ambienti un gruppo di ricercatori utilizza gli zombie come cavie da laboratorio nel tentativo di dimostrare una pur minima forma di intelligenza,oltre che delle reminiscenze riguardanti la vita passata, da parte delle sfortunate e pericolose creature.
Gli esperimenti daranno esiti impensabili,dimostrando un'umanità non totalmente mitigata, poi ripresa nella semplice ma caparbia logica mostrata dagli zombie nel successivo "La terra dei morti viventi".
Più meditativo rispetto i precedenti capitoli,"Day of the dead" è ancora una volta un trattato nichilista sulla società moderna.L'inettitudine alla cooperazione tra gli esseri umani,come già riportato in "Zombi",lascia intendere una condanna definitiva per una specie ormai quasi estinta.L'analisi del regista è spietatamente coerente nel rimarcare ancora una volta la tendenza dell'uomo al predominio e al consumismo sfrenato,anche in un contesto all'interno del quale tale predisposizione risulta deleteria il possedere con ogni mezzo non si riduce affatto,sfociando addirittura in una furia primordiale.Anche gli zombie,che nel precedente capitolo sia ammassavano presso il centro commerciale, mostrano di conservare le attitudini umane primarie, arrivando quindi a nutrirsi non per necessità ma per via di un istinto imperituro.
Ad una prima parte riflessiva in cui Romero porta a galla con chiarezza il suo concetto, fa seguito un'orgia splatter orchestrata con solita eccezionale professionalità dal mago degli sfx Tom Savini.
Il ribrezzo visivo si coniuga con quello concettuale in un‘opera tremendamente disperata.