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CREEPSHOW regia di George A. Romero

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     6½ / 10  24/02/2012 21:57:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dall'incontro di due menti geniali nasce un prodotto tutto sommato apprezzabile.
Le due menti sono Stephen King, autore dei cinque racconti horror, e George A. Romero, regista della relativa trasposizione cinematografica.

Episodi.
1. "La festa del papà" (ovvero: un raduno di famiglia per ricordare il defunto padre diventa banchetto per gli zombi). Episodio non particolarmente brillante: quasi più una commedia horror, che a tratti scade nella prevedibilità e nella superficialità. Banale e scontato. Voto: 4.
2. "La morte solitaria di Jordy Verrill" (ovvero: un contadino ritardato, venuto a contatto con un meteorite caduto nel suo terreno, soffrirà di un curioso contagio come conseguenza dell'avventato gesto). Anche questo episodio purtroppo non incuriosisce e non colpisce, anzi a tratti annoia, e purtroppo la recitazione dello stesso King, per quanto buffa, non aiuta. Voto: 4.
3. "Alta marea" (ovvero: un marito approfitta dei movimenti della marea per vendicarsi della moglie e dell'amante con cui lei lo tradiva). Quest'episodio è decisamente il più interessante: una storia di zombi e un gioco di vendette articolate in maniera geniale. Ottimo (e cinico) Leslie Nielsen, vittima e vendicatore. Ben fatto. Voto: 8.
4. "La cassa" (ovvero: in una cassa abbandonata da tempo nel sottoscala di un istituto di ricerca si nasconde un mostruoso orrore). Anche questo episodio è ben fatto, e come tutti gli altri è percorso da una sottile vena ironica, evidente soprattutto nel finale. Voto: 8.
5. "Strisciano su di te" (ovvero: un riccone è ossessionato da germi e scarafaggi, e per quanto cerchi di tutelarsi questi saranno sempre più incontrollabili). Episodio sicuramente di difficile visione per chi è schifato dagli insetti; per gli altri è un episodio discreto, non particolarmente degno di nota. Voto: 6.

Alla media di 6 aggiungo mezzo voto in virtù della mini-storia di cornice e della struttura grafica del film, gli aspetti decisamente più interessanti.

"Creepshow" ha una certa rilevanza storica, per due motivi relativi alla struttura.
Il primo motivo è che si tratta di uno dei più noti "horror a episodi" prodotto da autori di un certo livello, inserendosi nel solco avviato vent'anni prima da registi come Roger Corman ("I racconti del terrore", 1962) e Mario Bava ("I tre volti della paura", 1963).
Il secondo motivo è la componente fumettistica. I cinque episodi sono incastonati in una breve storia che fa da cornice: un padre troppo severo, con una serie di rimproveri, sequestra al figlio un fumetto dell'orrore (titolato proprio "Creepshow") e indignato lo cestina. Il fumetto, come se prendesse vita, si auto-racconta attraverso la voce del personaggio "Zio Creepy". I cinque episodi sono infatti narrati come se fossero le storie contenute in quel fumetto.
Molto originali (siamo nel 1982) gli espedienti grafici.
I racconti di volta in volta sfumano dal fumetto alla realtà all'inizio, e dalla realtà al fumetto alla fine. L'immagine poi viene spesso alterata tramite strumenti quali ad esempio lo "split screen" (l'affiancamento di scene diverse come fossero vignette) oppure l'alterazione delle luci (ad esempio, un'innaturale luce rossa che fa da sfondo a scene d'orrore).
Purtroppo, solo un paio di episodi si distinguono dall'anonimato. Il resto è un po' troppo banale.