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PRINCIPESSA MONONOKE regia di Hayao Miyazaki

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Peanuts02     10 / 10  14/09/2017 19:45:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non riesco a credere che questo film abbia oramai compiuto i vent'anni.
Che dire, Miyazaki continua a superare sé stesso con pellicole sempre più pregne di un'atmosfera unica, impressa alla perfezione in ogni singolo frame della pellicola, che grazie alla sua regia così fresca e suggestiva riescono a trasformarsi in splendidi quadri.
L'animazione del film è da antologia, la tavolozza di colori e la fotografia si amalgamo perfettamente alla storia e al contesto del film, ed è bello notare un uso del computer ridotto al minimo per concedere all'animazione di brillare di vita propria solo grazie all'aiuto della mano umana. Non c'è un fotogramma fuori posto né una singola sbavatura.
La storia è un altro trionfo.
Il genio giapponese prende a piene mani le storie e le creature del suo stesso folclore e formula una storia del tutto nuova ed originale trasmettendo al pubblico uno splendido messaggio/riflessione sul concetto di equilibro e armonia, sia esso tra uomo e natura, tra uomo e uomo o tra animale e animale.
Laddove noi occidentali, abituati a tutt'altro tipo di narrazione, ci aspettiamo che si vada a finire nell'ennesima storia d'amore dai tratti disneyani o una storia di denuncia sulla deforestazione, Miyazaki si dimostra mille spanne sopra (se non di più) abbattendo ogni frontiera e ogni cliché.
Altro che principessa romantica e dolce: qui la principessa è carica di una furia e di una rabbia che trabocca da ogni poro, che mostra il suo volto per la prima volta al pubblico del tutto imbrattata di sangue.
Altro che principe che vuole salvare la principessa e sposarsela: qui il principe parte verso un viaggio alla ricerca dell'odio e del dolore che ha trasformato il dio-cinghiale nel demonio che l'ha ferito, e possibilmente porvi rimedio. Niente vendetta, niente desiderio di gloria, niente desiderio di amore.
Ashitaka e Sen rappresentano i due anelli che possono ricongiungere il mondo della natura e degli animali al mondo degli uomini e del ferro, perché un futuro migliore si trova solo nel saper andare avanti senza però dimenticare il passato.
Assieme alla città incantata è l'apice del regista. Non lo metto al di sotto o al di sopra dell'altro capolavoro del 2001, visto che considero entrambi le opere massime di Miyazaki sotto aspetti diversi.
Un film da capogiro
Peanuts02  02/08/2019 10:53:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piccolo aggiornamento ora che ho potuto vedere il film con il nuovo doppiaggio.
Allora, capisco benissimo il desiderio di essere fedele al copione originale dell'opera. Malgrado sia a mio modo affezionato al doppiaggio "storico", riconosco che alcuni punti sono stati decisamente cambiati, se non stravolti. Il film non ne esce affatto mutilato, ma chi ricerca una fedeltà maggiore certo ne potrebbe restare deluso. Il riadattamento di Cannarsi tenta di porre rimedio a quest'errore, ma ahimé nel farlo compie un mucchio di passi falsi. Nulla contro i doppiatori, il cui lavoro è ottimo, e riconosco lo sforzo nel rendere naturali certe battute decisamente articolate, sforzo che porta a risultati senza dubbio buoni. Lorenzo De Angelis è un buon Ashitaka, così come Joy Saltarelli è una valida San (cavolo, solo ora realizzo che i due hanno anche doppiato la coppia Logan-Quinn in Zoey 101). Il vero scoglio è lo stile assolutamente ricercato e aulico scelto da Cannarsi. Il mio giapponese è quanto mai amatoriale, non saprei dire se anche in originale i dialoghi hanno questo stile, ma vista l'ambientazione del film (Giappone del 1300-1500) può anche starci. Certe frasi, però, potevano essere rese moooooooolto meglio. "Se ti ho scorto quale un certamente illustre nume delle montagne perché ti dai alla furia a quel modo?" ne è un esempio, pronunciata a neanche dieci minuti di pellicola.
E ovviamente c'è quel famigerato Dio Bestia, che per me resterà sempre e comunque lo Spirito della Foresta. Quello Shishigami non poteva essere tradotto come "Dio delle Bestie"?? non credo che il labiale ne sarebbe uscito rovinato, basti guardare come sono stati bravi i doppiatori a pronunciare delle battute allucinanti come la sopracitata!
Suona quasi come un mega troll ben riuscito, oppure un tentativo di Cannarsi di provocare volutamente lo spettatore, cosa che Miyazaki non credo intendesse fare nel suo film.
Ma con quello che è successo con il disastroso adattamento di Evangelion, penso che oramai sia giunta la svolta, e magari qualcun altro aprirà gli occhi sul lavoro di quest'uomo (nulla contro il Cannarsi persona, sia chiaro)