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IL NOME DELLA ROSA regia di Jean-Jacques Annaud

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Ciumi     7 / 10  08/10/2009 19:25:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il romanzo di Eco è bello ma pesante, e per adattarlo al grande schermo Annaud decide di sfoltirlo, buttando giù più di qualche parete, riducendo il forbito labirinto letterario ad un percorso meglio rintracciabile dal comune spettatore. E’ una scelta condivisibile, nel merito della logica dello spettacolo, ma che inevitabilmente toglie nel suo snellimento fascino e spessore alla storia.
L’invettiva ironica contro l’austera intransigenza ecclesiastica viene perduta per strada. Ben ricostruita invece l’atmosfera, seppure il medioevo di Annaud è poco autentico. Azzeccata la descrizione di alcuni personaggi (il gobbo per esempio); mentre l’investigatore frate Gulielmo e il suo allievo risultano, a mio parere, figure troppo moderne e anacronisticamente fuori contesto. E troppo cinematograficamente cattivi i cattivi (soprattutto l’inquisitore).
Nel 1327 il nemico numero uno era una commedia. E dire che appena pochi anni prima, il nostro Dante, scrisse la Divina.