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VIA COL VENTO regia di Victor Fleming

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Dom Cobb     7 / 10  11/06/2018 15:19:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
America, XIX secolo. Nei torbidi anni della Guerra di Secessione, che vede nordisti e sudisti su fronti opposti, si dipana la vicenda di Rossella (Scarlett) O'Hara, giovane e audace ereditiera e proprietaria terriera, il suo amore impossibile per il rispettabile Ashley e la sua involontaria attrazione per il carismatico Rhett Butler...
Pochi film possono dire con fierezza di aver lasciato un marchio simile a quello lasciato da questo osannato capolavoro di Victor Fleming, firmato a sei mani con altri registi di punta del periodo come George Cukor e Sam Wood: con i suoi tempi dilatati, la cura maniacale per il dettaglio, la spettacolare ricostruzione storica e l'insieme di grande narrazione epica ed emozioni da soap opera, "Via col Vento" ci ha messo molto poco a divenire il caposaldo della cinematografia di tutti i tempi, soprattutto quella americana, plasmando un genere che da allora continua a fare nell'industria la sua sporca fortuna, il Colossal epico. Punto di riferimento per cineasti di ogni tempo e ideale apice di un'epoca d'oro di Hollywood che, da quel momento in poi, non riuscirà più a ricatturare quei fasti, la sua importanza dal punto di vista storico, artistico e culturale è indiscutibile. Ma tale status lo rende automaticamente un film perfetto? Con tutte le liste dei migliori film mai prodotti, "Via col Vento" merita un posto su una di quelle liste? La risposta breve: sì. Ma ciò non vuol dire che vi siano dei punti da mettere in discussione.
A livello tecnico, non c'è niente di cui lamentarsi: all'epoca fu il film più costoso mai realizzato, e il denaro speso si vede in ogni singolo fotogramma. La straordinaria fotografia, che sfrutta appieno uno dei migliori usi del Technicolor fino a quel momento, le lussuose e raffinate scenografie e costumi sgargianti creano un look che si rivela un'autentica gioia per gli occhi, e regalano alcuni momenti visivamente sbalorditivi.


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Gli attori fanno anche loro una gran bella figura, fra cui spicca ovviamente la coppia di protagonisti, probabilmente la più nota del grande schermo: lei, Vivien Leigh, bellissima oltre ogni descrizione, e lui, Clark Gable, l'uomo del momento capace di rendere carismatica ogni minima mossa o espressione facciale; entrambi sono inoltre aiutati da un doppiaggio italiano (quello originale) eccellente, forse fra i migliori in circolazione. Tale è l'affiatamento delle due star da mettere in ombra tutti gli altri, che pure fanno un ottimo lavoro, in particolare Leslie Howard e la de Havilland, quest'ultima fresca dal Robin Hood con Erroll Flynn. E a contornare il tutto la ben nota colonna sonora di Max Steiner, che ha fatto storia non meno del film stesso.


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Ma... eh già, c'è sempre un ma. Purtroppo, ogni film ha i suoi piccoli difetti, e in questo caso, qualunque problema il film di Fleming possieda è da ricercarsi, com'è di solito il caso, nella storia: nonostante il notevole dispiego di mezzi, nonostante l'evidente sforzo da parte di tutti i nomi coinvolti nella produzione, nonostante la messa in scena altamente spettacolare, non c'è tecnica capace di coprire il fatto che, in fondo, stiamo assistendo "solamente" a una storia d'amore fra due persone socialmente disadattate. L'ambientazione della guerra civile e le sue implicazioni politiche e sociali, così come qualsiasi altro tema scottante o quanto meno interessante, viene messo da parte del tutto oppure al servizio del tira e molla fra Rossella e Rhett, e per questo tipo di vicenda quattro ore tonde sono indubbiamente troppe. Fra dettagli inutili, dilatazioni e complicazioni varie che aggiungono poco o nulla, non è difficile trovare di che sforbiciare un poco qui e là, soprattutto nella seconda parte, dove è facile mettersi a sbadigliare.
Inoltre, ammetto che la figura stessa di Rossella, di fatto la protagonista del film, contribuisce ad appesantire la visione: la sua non è una figura per cui è facile interessarsi, a conti fatti solo una ragazza arrogante, viziata e fin troppo ambiziosa, la tipica persona che si crede padrona del mondo e si comporta di conseguenza. Se il suo bieco arrivismo sia un effetto collaterale oppure no, non saprei dirlo, ma so per certo che mi ha irritato fin da subito, e il modo in cui non si rassegna ad accettare l'ovvio e continua a fare gli occhioni dolci sia all'uno che all'altro maschio a seconda del suo umore ha peggiorato ancora di più la situazione. Mai prima d'ora sono stato più d'accordo con una battuta finale di un film nel descrivere il mio stato d'animo per un personaggio.
Forse si potrebbe considerare il mio voto finale ingiusto, ma a parer mio, se il problema più grande di una storia è il suo protagonista, allora non è una cosa da trascurare e liquidare con una scrollata di spalle. Rossella è tutto il contrario di un modello da imitare, e questo insieme alla durata eccessiva e alla mancanza di veri contenuti penalizza il prodotto finale, rendendolo giusto una soap opera per il grande schermo particolarmente costosa. Attori, regia e perizia tecnica coprono questi difetti come possono, ma senza riuscire a nasconderli del tutto. Non contesto la fama che ha, poiché è chiaro come se l'è guadagnata, né i premi vinti, che sono tutti meritati, anche considerato il periodo in cui è stato fatto; ma certi prodotti non sono adatti a tutti, e solo un certo rispetto da cinefilo mi spinge a non scendere oltre un certo limite nel mio giudizio.


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