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X-CROSS regia di Kenta Fukasaku

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Ciaby     9 / 10  18/06/2009 19:32:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kenta Fukusaku, per chi non lo sapesse, è il figlio di Kinji Fukasaku, uno dei più grandi registi giapponesi del passato, che ci lasciò con il suo ultimo capolavoro: il film cult “Battle Royale” (2000), un film-capolavoro tuttora imitatissimo e amato (si vocifera, purtroppo, l’ennesimo remake americano). Fu il figlio Kenta ad aiutarlo ad ultimare il postumo “Battle Royale 2”, orribile e inguardabile sequel noiosissimo, completamente antitetico rispetto al capolavoro precedente.
Ovviamente il film fu un fiasco di pubblico e critica e il troppo giovane Kenta (23 anni) ne pagò purtroppo le conseguenze. I suoi successivi film vivettero nell’ombra e furono quasi tutte trashate di serie-b (Yo Yo Girl Cop). Ma il 2007 fu il suo anno della redenzione.

Il giovanissimo regista decise di lanciarsi nell’horror, realizzando “X-Cross”. Il risultato è sconvolgente: un horror originale e delirante come non se ne vedono da tempo. Un film di paura ottimamente realizzato e sconcertante, senza troppi spaventi e spargimenti di sangue. Il film parte lento e sempre più appassiona, verso l’incubo e la risoluzione finale.

La telecamera segue, in capitoli, le vicende delle due protagoniste e gli incubi che sono obbligate a vivere: la prima inseguita dagli abitanti del luogo armati di oggtti contundenti, la seconda alle prese con una psicopatica e un simpatico armamentario di forbici.

Il risultato è un film divertente e coinvolgente, ma persino spaventoso nelle sue atmosfere agghiaccianti, le luci intermittenti dei bagni, l’oscurità del bosco.
I colpi di scena si accavallano e sono uno più sorprendente dell’altro, divertento senza alcun’ombra di dubbio lo spettatore, sempre più appassionato e sorpreso.
Inoltre è bellissimo affermare che, “X-Cross” è un film ORIGINALE, lontano da ogni clichè dell’horror contemporaneo. È un incubo unico, privo di spettri capelluti né spaventi improvvisi. È vero ci sono i cellulari, uno dei fulcri dell’horror orientale, ma questa volta il loro valore non è presagio di morte, ma una possibile via di salvezza e di fuga. Una splendida storia originalissima, che affonda nelle radici del folklore giapponese, riuscendo a miscelare con grazia antico e ipermoderno. Bravissime le due attrici protagoniste, due famose popstar giapponesi calate perfettamente nei loro ruoli.
Una vera e propria antitesi a ciò che viene pubblicato con foga nel genere horror contemporaneo.
Senza dubbio da vedere. Per una volta lo si può dire: bravo Kenta!