lorenzo971 9 / 10 17/02/2009 14:25:54 » Rispondi Come spesso accade nei film di Gilliam l'intera storia è basata sul contrasto realtà - fantasia, dimensioni che si mescolano senza sosta per tutte le 2 ore, e mentre il palcoscenico si trasforma in realtà il reale, per il barone, diventa palcoscenico. La storia raccontata è dunque immaginata? L'interrogativo non trova soluzione, ma forse non ha neppure tanta importanza, perchè la Fantasia è l'unico vero del protagonista, unico tipo di realtà possibile; egli stesso è pura fantasia tanto che alla fine del film, nel mondo reale, egli scompare in groppa al suo cavallo. L'ambientazione è settecentesca: l'età della ragione, dei lumi, che vuole contrastare l'ignoranza, ma paradossalmente getta inesorbilmente la popolazione nella miseria spirituale, chiude le loro menti nelle mura fittizie della paura e della nuova ignoranza, quella voluta dal potere. Simbolo del fallimente della ragione nel portare l'uomo alla felicità ed a una migliore condizione è la guerra con i Turchi, guerra non guidata dalla passione, ma ragionata a tavolino, e scandita addirittura settimanalmente; tutto è programmato, senza spazio per i sentimenti, nè per le gesta eroiche (l'eroe militare viene addirittutra condannato a morte per il peccato di aver suscitato ideali forti come quelli patriottici nei compagni). Non c'è spazio nemmeno per il piccolo teatro, mal ridotto e cadente, ultima roccaforte della creatività, che maggiormente viene assediato dai cannoni invasori (conseguenza negativa della ragione). A questa situazione disperata viene in soccorso il Barone, generato dal bisogno estremo di fantasia, debole e malridotto nella sua senilità, prossimo alla morte dalla quale viene salvato da una bambina, che è portattrice anchora sana del potere immaginativo. Ed ecco allora che raccontando la sua storia, proprio su un palcoscenico sventa e smaschera il piano razionale e ponderato del ministro e degli invasori giungendo con le armi potentissime della fantasia a sconfiggere i Turchi. Essi scompaiono anche nella realtà, non c'è nessuno la fuori, perchè, in ultima analisi, solo le cataratte della paura e della sottomissione limitavano le menti della popolazione, nient'altro. Dunque il Barone alla fine trionfa, capace come è di ringiovanire e di vincere la morte stessa, cosi come la fantasia che anche nelle situazioni piu disperate puo rinascere: basta un'avventura immaginativa, basta, in fondo, credere ancora nelle favole.