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VIENI AVANTI CRETINO regia di Luciano Salce

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amterme63     5 / 10  19/10/2010 19:34:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il nome del film già dice tutto. Comunque ha di positivo il fatto che sia il regista che l'attore principale non hanno nessuna intenzione di prendersi troppo sul serio, né pretendono di fare chissacché con questo film. Addirittura intervengono direttamente in scena sia all'inizio che alla fine, in modo da mettere in chiaro allo spettatore che si tratta di uno svago leggero o di un allegro passatempo e nulla più.
E così va preso. Il giudizio di merito non può essere che soggettivo: c'è chi si diverte da morire e chi nò. Io l'ho trovato tutto sommato passabile, ma sinceramente non è che mi abbia molto soddisfatto. Il difetto principale è l'eccessiva teatralità. Si tratta di una fin troppo pedissequa trasposizione di avanspettacolo o di materiale da palcoscenico sul grande schermo. Le varie scenette ad esempio sono girate in location ristrette dove l'azione (per modo di dire) stagna per molti minuti. Gli attori stessi si muovono pochissimo e recitano nella tipica maniera del teatro. Niente di male per carità, solo che spesso le gag e le battute sono stiracchiate fin troppo a lungo e finiscono un po' per stancare (come ad esempio l'episodio del dentista/casa di appuntamenti). Non c'è niente di nuovo nemmeno per quanto riguarda il genere cinematografico: più o meno le stesse battute e gli stessi stereotipi.
Di positivo c'è per fortuna il personaggio interpretato da Lino Banfi e il modo con cui lo fa vivere, cioè con una certa determinata, precisa, riconoscibile personalità, che in qualche maniera si riallaccia al tenero, buono, sfortunato, povero e onesto uomo qualunque, immortalato dal grande Buster Keaton.
Banfi è agli inizi della carriera e si vede. Saprà fare meglio, saprà dare maggiore incisività e profondità ai suoi personaggi, farli vivere in situazioni più toccanti e coinvolgenti pur mantenendo il quadro di una situazione buffa o comica.
Nel film mi hanno colpito un paio di cose. Prima di tutto l'atteggiamento che il sentire comune aveva agli inizi degli anni '80 verso i carcerati. Il film si apre con dei detenuti che possono uscire grazie ad un indulto, ed è una festa, i carcerati appaiono come poveri diavoli comuni, per nulla dei delinquenti. Immaginarsi oggi come sarebbe rappresentata l'uscita di detenuti in occasione di un indulto, e soprattutto l'atmosfera che verrebbe suggerita!
Altra cosa che mi ha colpito è l'abbondanza di posti di lavoro e la facilità con cui si riuscivano a trovare (grazie all'Ufficio di collocamento) .
Questo film appartiene alla serie delle commedie che invece di criticare o satireggiare i vizi e i difetti dell'italiano comune, tendono a crearne un'immagine simpatica, accettabile, quasi positiva; mentre la critica va magari verso chi vuole "complicare" il modo di vedere la società. Infatti anche qui Salce non rinuncia alla sua (secondo me assurda) crociata contro il grande regista russo Ejsenstein, tra l'altro inserendolo in un contesto assolutamente fuori luogo (una festa di gente nobile altolocata). Il bersaglio finale sono probabilmente gli "intellettuali" che civettano i salotti bene. Però, perché prendersela con Ejsenstein?