kowalsky 6 / 10 07/09/2009 16:35:38 » Rispondi Nonostante le ottime premesse "Baaria" non rivoluzionerà il cinema italiano. Ancora una volta Tornatore sembra prigioniero del "suo" cinema e dei set cinematografici che cura con un eccessivo manierismo (l'enfatizzazione dell'immagine fino allo stupore dello spettacolo non è, checchè ne creda, un pregio di Sergio Leone) e l'intenzione di farne un affresco storico naufraga davanti all'assoluta neutralità degli eventi, anche i più drammatici, gonfiati per un kolossal che affronta drammi come il fascismo o la liberazione, la crisi economica e il boom, senza sfiorarsi, esattamente come i tanti personaggi/interpreti del film. Un gusto dell'immaginario che sembra proprio per questo denutrire l'immagine dalle sue autentiche intenzioni/emozioni. Resta tecnicamente un'opera di grande respiro, ma la collettività del set, mentre assembla attori non professionisti e volti noti in brevi comparsate (come in certi film degli anni Cinquanta) finisce per stempiarsi in figurine lievi e caricature passatiste, con l'evidenza di un cinema sempre pronto a coccolare l'evento dello stupore e della suggestione visiva. Passano in rassegna soprattutto Pietro Germi (il primo, quello di "In nome della legge" o "La città si difende"), De Santis, Zampa ma anche Matarazzo e Castellani. Restano comunque nella memoria alcune sequenze, come la fuga temporale del protagonista da piccolo in una Sicilia (finalmente verrebbe da dire) autentica nei suoi monumenti di cemento, o il felliniano sogno del ponte di Baaria attraversato da statue allegoriche di "mostri". Per questo meriterebbe un voto più alto tuttavia temo proprio che l'eredità di Sergio Leone non sarà mai accolta dal nostro regista, nonostante i pareri favorevoli di Morricone o del signor Mediaset