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KINATAY - MASSACRO regia di Brillante Mendoza

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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman     7½ / 10  22/06/2013 09:22:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La durata del racconto dilata il tempo che passa realmente.Non abbiamo ralenty,ne fermi immagine,ma una direzione immersiva di Mendoza che si prende la responsabilità di realizzare un film incentrato tutto sul protagonista,un aspirante poliziotto che per guadagnare qualche spicciolo in più per la sua famiglia appena formatasi si inserisce in un gruppo di malviventi per mettere a segno un massacro nei confronti di una prostituta indebitata fino al collo.
Quello che viene mostrato senza fronzoli è una netta contrapposizione fra lucida,serena giornata mattutina piena di vita,di gioie e speranze per il giovane Peping(un Coco Martin trascinante,qui alla sua seconda collaborazione col regista),e il cambiamento di atmosfera essenziale per prepararci ad una discesa negli inferi che metterà a dura prova la psiche del ragazzo.

Nell'intermezzo la cosa che più mi ha lasciato senza fiato è quello che si avverte con Peping:entrando nella macchina dei criminali(e attenzione che gli antagonisti nascondono un dettaglio che bisogna scovare per capire al meglio la loro figura e quello che sono in verità)per dirigersi verso la casa dove attuare lo stupro e la violenza esplicita su quella donna indifesa,Mendoza si immerge con l'interprete principale dentro la vettura e da li non si schioda per una mezz'ora abbondante.
L'abitacolo come un qualcosa di devastante che mette a soqquadro la determinazione raggiunta dal protagonista,e la fotografia si fa sempre più cupa,nera,tenebrosa.E il sottofondo musicale(la radio che viene ascoltata sia da noi che da chi occupa la macchina) funge da narratore intradiegetico,da Caronte che avverte l'unico personaggio positivo di aver compiuto un grave errore.
Sino al momento in cui bisogna aprire gli occhi e guardare in faccia alle opere del Diavolo in persona in un inferno creato ad hoc per spiazzarci.

Il tutto seguito dagli occhi di Peping e la telecamera non si allontana mai da lui.Perché anche noi siamo spettatori innocenti che assistiamo impotenti alle efferatezze che siamo costretti a vedere e sentire.Noi diventiamo testimoni di un omicidio e non ci possiamo fare nulla.Ci sporchiamo la coscienza ma quello che riceve il danno maggiore è proprio il neo-poliziotto.
Un'inquadratura sulla sua maglia che dice tutto"l'integrità una volta persa è persa per sempre".
È così la sua vita cambierà,in un punto di non ritorno pregnante di maligno in ogni parte di location.
Palma d'oro nel 2009 per la miglior Regia.
Devo dire che il film è stato compreso da molti e Mendoza è stato premiato a dovere.Bene così.

Un film da consigliare e che mostra un altro mondo a noi sconosciuto sotto una direzione di camera a mano impietosa che coinvolge pienamente.

Recensione dal vostro tnx di fiducia.