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FORESTA regia di Benedek Fliegauf

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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89     8 / 10  03/07/2013 12:41:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'esordio di Fliegauf è di quelli col botto, il regista ungherese dimostra da subito il suo amore per il cinema sfornando un opera anticommerciale al massimo, rivolta solo a coloro che hanno il coraggio di guardare il male di vivere da vicino, quel malessere ,quel senso di inquietudine che non ha bisogno di gesti eclatanti per manifestarsi perchè si cela dietro ogni piccolo gesto quotidiano : se nel successivo DEALER i dialoghi scarseggiano per privilegiare i lunghissimi piani sequenza e la potenza annichilente delle immagini ,forest è tutto l'opposto, pochissime inquadrature tutte fisse sul volto dei personaggi e fiumi di dialoghi che fanno letteralmente accaponare la pelle.
Rengeteg ( questo il titolo originale e non TEJUT come erroneamente è segnalato qui sulla scheda) è l'insieme di 7 storie che parlano di orrore quotidiano , si comincia con un uomo che lascia il suo cane ad una sconosciuta perchè ha intenzione di andarsi a suicidare dandosi fuoco con la benzina sulla riva del danubio,si prosegue con 2 ragazzi che osservano un qualcosa/qualcuno che non ci sara' permesso vedere facendo commenti a dir poco raggelanti su di essa/o ( questa secondo me è stata la sequenza + agghiacciante di tutto il film...impossibile spiegare le emozioni che suscita, vedere x credere!), un padre che confessa alla moglie la sua attrazione per la figlioletta di 10 anni, un pescatore che narra ad una turista la morte di un amico, 2 coniugi che litigano selvaggiamente perchè lui sta portando materiale pornografico ad un amico defunto,una donna che rievoca le torture subite durante l'infanzia dalla nonna sadica e per finire 2 ragazze che vanno nel bosco a cercare un amico pazzo scomparso da 5 anni dopo aver gettato tutti i suoi risparmi in un tritacarte.

Il fattore piu' geniale di quest opera sta nel non mostrarci nulla di quanto viene raccontato : è lo spettatore che col suo subconscio formula pensieri ed elabora palconscenici sconvolgenti dentro di se, fliegauf riesce semplicemente con una manciata di dialoghi a tirar fuori tutto l'orrore e il male di vivere che è sommerso dentro di noi e vi assicuro che è impossibile non rimanere profondamente scossi a fine visione.
La foresta del titolo è un limbo, un punto di ritrovo dove tutti sono costretti a passare ( nel film è simboleggiata da una stazione ), a sfiorarsi,ma nonostante tutto non cè condivisione di dolore, sono tutti soli, intenti a camminare per la loro strada in un mare di incomunicabilita', un giorno scompariranno nella nebbia, come la citta'...come tutto il resto.