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IL NASTRO BIANCO regia di Michael Haneke

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Compagneros     9 / 10  21/02/2014 18:01:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film di rara bellezza.
Haneke lancia uno sguardo impietoso su tutto una società, il microcosmo di un villaggio che rispecchia il macrocosmo di un paese, forse di buona parte d'Europa e non solo. Un attacco, nemmeno velato, a tutte le istituzioni autoritarie, che non avendo autorevolezza scadono nella repressione forzata. Non è però un film manicheo, non scade nella puerile contrapposizione tra vittime e carnefici. Bene e male sono inscindibili, non serve aver letto Freud per capirlo, anche se Haneke l'ha di sicuro letto molto bene. In questa pellicola non si salva nessuno (ad esclusione del narratore e la sua amante), mostri generano altri mostri. Come scriveva Sartre: «Non ci sono bambini "innocenti"». Che i bambini di Heneke sia colpevoli o meno, il grande regista non lo rende esplicito, lascia intelligentemente che sia lo spettatore, se vuole, a trarre le conclusioni.
Inoltre Haneke è strepitoso nel non mostrare mai la violenza di cui tutto il film è impregnato. Tutto quello che non si vede completamente, che appare solo parzialmente, è molto più forte.
Non è solo un film sul Novecento pur essendo ambientato prima della Grande Guerra, i temi che solleva sono ancora attuali, nonostante sia radicalmente cambiato l'assetto sociale, culturale e politico.
Un film che ha molte analogie con "Fanny & Alexsander" di Bergman. Quello fu l'ultimo capolavoro del maestro svedese, c'è da sperare che questo non sia l'ultimo grandissimo film di Haneke.