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IL NASTRO BIANCO regia di Michael Haneke

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Terry Malloy     10 / 10  30/08/2011 23:58:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il Nastro Bianco non si può amare. Poichè, sebbene ogni forma d'Arte sia in sè legittimata, a volte ci si può domandare se certe cose non siano un errore. Poichè Il Nastro Bianco racconta un errore, quell'errore di cui la Vecchia parla all'inizio di Inland Empire. Il Male era nato. Sembra, nella Glorioso Cammino Europeo verso la Morte, che la gente, i potenti si fossero dimenticati che il Male esiste. Il Male è democratico, il Male è equo, il Male è sottile, il Male è ovunque. E Haneke, con il suo superbo Cinema, non può che ricordarcelo. Quel villaggio è un microcosmo che riflette ben più di quello che vuol fare sembrare: facile sarebbe dire che la limitata e retrograda cultura coercitiva del calvinismo più abbietto e ipocrita ha prodotto quella micro-società. No. Il Male non ha radici nei luoghi, ma in noi. Quel villaggio è un non-luogo, e la vicenda raccontata dal maestro è un non-tempo: si ha l'impressione nella pur esigua durata del film di assistere a una vicenda sempiterna, lunghissima. Haneke ha dato la profondità temporale che raramente si è saputa ottenere nel Cinema, che tanto soffre dell'impossibilità di rendere una reale Durata (a differenza dei romanzi). Il film dunque conserva queste due istanze: il raccontare una storia antica come il mondo, e l'essere spietatamente ancorato a un preciso momento storico, esserne prodromo: il Nazismo. Allora accade quello che il grande Dahl ha reso con il suo racconto "Genesi e catastrofe", un'anticipazione, una possibilità di comprendere la cause, di comprendere il Prima per poter agire sul Poi, per poter fare in modo che "non accada più". Ma il Male accade sempre, perchè è dentro di noi, ci è trasmesso dai nostri Padri, da Edipo: "Io, Edipo, il mio nome è noto a tutti". Tutti subiamo la sorte del nostro Signor Padre. E allora non si può far altro che scappare, anche se ingenuamente potremo pensare di sfuggirGli: la madre di Sigi (che ha intuito tutto, ma non ha capito niente), il Maestro, il quale invece che darci la Punizione dei colpevoli, semplicemente "non rividi mai più nessun abitante del villaggio". E allora arriva la Guerra: sola igiene.
Haneke è sicuramente il più grande regista vivente (insieme a Malick), e a lui dobbiamo quello che è già un Classico intramontabile.