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IL NASTRO BIANCO regia di Michael Haneke

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oh dae-soo     8½ / 10  01/04/2010 11:55:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il Nastro Bianco è un film dalla portata difficilmente calcolabile. Vincitore della Palma D'Oro, dell' EFA come miglior film europeo e del Golden Globe come miglior film straniero la nuova pellicola di Haneke si infila senza discussioni nella ristretta cerchia dei capolavori cinematografici, di quei film che sembrano uscire dalla pellicola e impiantarsi nelle coscienze,quei film in cui il significato, il messaggio è molto più forte del significante,le immagini (malgrado la superba fotografia in bianco e nero).
Paesino tedesco, anni 12/13 del '900. La tranquilla vita rurale e monotona del paese viene "movimentata" da uno strano incidente al dottore, disarcionato dal suo cavallo a causa di un filo teso tra 2 alberi. Piano piano, giorno dopo giorno, altri piccoli e grandi episodi si susseguono. I meno scossi sembrano i bambini del paese...
Siamo in un paesino all'inizio del Novecento, una di quelle realtà in cui il Sindaco ( qui il Barone), il Medico e il Prete ( o Pastore) sono le tre autorità riconosciute da tutti. Società ottocentesche in cui i Figli devono rispettare i Padri, rigorosamente dandogli del Voi, senza alcuna possibilità di replica.Padri per giunta violenti, stupratori, intimidatori, senza alcun senso della famiglia, dell'umanità e dell'amore. L'unica libertà per questi figli, peraltro limitata, è quella di stare e giocare insieme. E stando insieme, forse, iniziare una ribellione...
Qualcosa sta cambiando nel paese e nel Paese. Se anche il figlio del Barone è soggetto di violenza vuol dire che sta per crollare qualcosa, lo Status Quo autoritario e definito che da anni va avanti è pericolosamente minato da forze nuove. E intanto, in contemporanea, l'Arciduca Francesco Ferdinando è ucciso. L' Austria dichiara guerra alla Serbia scatenando una reazione a catena, la Prima Guerra. Niente sarà più come prima, nè al paesello contadino, nè nel resto del mondo. E questi bambini, oppressi e violentati a 8, 10, 12 anni ne avranno 30, 35 , 40 in anni ancora più bui, e saranno loro i nuovi padri, avranno loro quell'autorità subita in infanzia.
E, come in quella che forse è la scena madre del film, cioè l'uccisione da parte della figlia dell'uccellino in gabbia del padre, forse quei bambini erano come quell'uccellino a cui il volo era vietato. Uccidere quel piccolo essere aveva un profondo significato: la vostra autorità è finita, preferiamo morire, ucciderci, non essere più bambini ma cominciare a diventare qualcos'altro. E il nastro bianco legato al braccio, simbolo imposto di una purezza da preservare, potrebbe diventare in futuro di un altro colore, questa volta nerissimo.