caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL NASTRO BIANCO regia di Michael Haneke

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  26/03/2010 14:37:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alla vigilia della prima guerra mondiale ad Eichwald,piccolo villaggio della campagna tedesca,si verificano accadimenti violenti ed inquietanti ad opera di un misterioso malfattore.Uno splendido bianco e nero ci cala con scrupolo in quella che potrebbe essere letta come una storia d’altri tempi,ma che in realtà è tranquillamente associabile anche all’epoca attuale.Haneke firma forse quello che è il suo miglior film affidandosi al quotidiano vivere di una piccola comunità rurale,attraverso essa dimostra come la malvagità e il disprezzo possano attecchire in qualsiasi ambiente,quando agevolati da comportamenti costrittivi ed eccessivamente autoritari.
Il regista mette in luce l’importanza del contesto in cui si cresce e il tipo d’educazione alla quale si è soggetti.Molti hanno intravisto ne “Il nastro bianco” la volontà da parte dell’autore di mostrare la genesi del nazismo,le cui basi sarebbero da ricercarsi proprio nel comportamento degli adulti,troppo restrittivi e violenti nei confronti di ragazzi che inevitabilmente si troveranno a mostrare la stessa crudeltà con la quale sono stati cresciuti.
In realtà Haneke,almeno a mio avviso,affronta ancora una volta il tema delle relazioni umane e di quanto possano,in questo caso, essere incidenti in un contesto futuro.L’esposizione mira a rappresentare una società tirannica ed oppressiva ad uno stato embrionale,in cui si gettano le fondamenta per quello che diverrà il famigerato Terzo Reich di Hitler.Ma più verosimilmente Haneke non si limita ad un discorso circoscritto,bensì applica la sua disturbante visione a qualsiasi società in cui apparenze irreprensibili servano ad occultare segreti indicibili,basati sul sopruso e su un condannabile (ab)uso del potere.
Sul film aleggia un senso di inquietudine palpabile,la disumanizzazione delle generazioni future è in atto e si verifica in maniera subdola,quasi intangibile, in quanto Haneke è accorto nel mostrare come l’orrore si intrufoli di soppiatto nelle case,tra le persone,facendosi individuare solo quando è ormai troppo tardi per rammaricarsene.
Il nastro bianco del titolo diviene quindi simbolo mistificatorio,esso non è esaltazione di purezza,ma un mezzo per umiliare e additare agli occhi di tutti chi non si è adeguato alle severe leggi della comunità,o più drasticamente, coloro i quali siano da intendersi come indesiderati,basti pensare in cosa si trasformeranno quegli innocenti pezzi di stoffa da lì a pochi anni,stelle di David e numeri tatuati sulla pelle.
Un esiguo spiraglio di luce Haneke lo concede,la coppia formata dal maestro e dalla sua giovane amata è un notevole contraltare alla meschinità dilagante,ma non solo,anche uno dei figli del pastore mostra sentimenti sconosciuti alla comunità, come a voler dimostrare che anche nelle situazioni più deprimenti sopravvive quell’indispensabile barlume di speranza.
pat3  26/03/2010 16:33:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
allora non me lo devo proprio perdere...

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  26/03/2010 17:06:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Noleggialo al volo,è un capolavoro ;)

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER