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IL NASTRO BIANCO regia di Michael Haneke

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lollo-clockwork     8½ / 10  23/01/2010 13:35:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un piccolo e tranquillo villaggio tedesco viene scosso in pochi mesi da una serie di terribili eventi. La pace in cui regna la vita dei protagonisti viene turbata da avvenimenti del tutto inspiegabili. Chi è il colpevole di tutto ciò? E' questa la domanda che tutti si fanno di fronte a un omicidio, a una violenza, a qualcosa che va fuori dall'ordinario, dalla normalità. Credo che IL NASTRO BIANCO sia una vera e propria indagine sulla colpa; una ricerca che, invece di trovare come colpevole un chi o un insieme di più chi, trova un cosa. Un cosa che sfugge ad una semplice e conveniente definizione. Il film non vuole essere una critica a un possibile elemento irrazionale presente nella nostra vita umana, ma vuole sottilmente mostrare come la razionalità, il logos di cui è dotato l'uomo, possa diventare perverso e rovesciarsi in qualcosa che sfugge alla stessa comprensione razionale. Al centro della scena troviamo un insieme di personaggi dotati ognuno di una caratteristica particolare, di un volto ben definito che sembra renderli addirittura comici (quasi un insieme di macchiette) e un gruppo, un branco di bambini. Al centro della scena si trovano i personaggi più importanti del villaggio, le persone di cui non si potrebbe far a meno: il pastore, il maestro, il dottore, il barone, l'intendente...e, nello stesso momento, i loro figli. Senza seguire i diversi fili che dipana Haneke mi soffermo su quello che mi sembra essere il fulcro fondamentale del film: Qual'è il rapporto tra queste due generazioni? Lo scopo principale della pellicola, a mio modo di vedere, è quello di analizzare (senza darne un giudizio, cercando di rimanere obiettivo) le diverse sfaccettature del sistema educativo del villaggio e di mostrare come, l'esasperazione del sistema, non reprima l'istintualità infantile, ma la tramuti in un processo violento nei confronti di chi è esterno al branco oppure di chi è confinato all'esterno dal branco stesso. Il film dunque prende di petto quello che potrebbe definirsi il problema della differenza. Il figlio del barone e il bambino diversamente abile sono i simboli della differenza e per questo sono trattati in maniera differente, sono quasi disumanizzati...la differenza va estirpata, va punita, va violentata e l'indifferenza dei genitori sembra dare il beneplatico alle stesse violenze facendo assumere a queste un carattere quasi destinale. Naturalmente molte persone avranno compiuto un nesso logico domandandosi: ma quella generazione di bambini non sarà poi la generazione di uomini che caldeggerà l'avvento del nazismo?Il nesso è ovviamente intrigante ma questa sembra essere la trama di un altro film...in fondo la calma nel villaggio e la tranquillità del villaggio potranno essere riportate solo in un modo...vedetelo!