caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SEUL CONTRE TOUS regia di Gaspar Noč

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  04/04/2014 15:39:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Torna il macellaio senza nome già protagonista del mediometraggio "Carne". "Seul contre tous" riprende dove si era interrotto il precedente lavoro di Gaspar Noè fornendo un breve riepilogo dei fatti precedenti.
Il macellaio sta per diventare nuovamente padre e cerca lavoro. Insofferente al clima instauratosi con la nuova compagna e la di lei madre ne combina un'altra, costretto alla fuga raggiunge la rassicurante (almeno per lui) banlieue parigina con pochi franchi in tasca.
Qui pensa di svoltare, magari trovando un impiego grazie alle sue vecchie conoscenze. Ed invece ogni porta alla quale bussa resta chiusa alle sue richieste, o abitata da un volto ostile che più o meno garbatamente gli fa capire che non c'è più posto per lui. Montano il pessimismo prima, poi la rabbia, scatenate in un continuo flusso di pensieri recitati da una voce narrante capace di vomitare odio e nichilismo a tonnellate.
L'uomo possiede una pistola e tre proiettili, giunto al punto di non avere nemmeno gli spiccioli per un tozzo di pane decide di passare all'azione estrema.
La sua disperazione trova terreno fertile per attecchire nei solchi del razzismo più becero, nella misoginia, nell'omofobia e in un classismo in cui l'odio per i benestanti si tramuta in insana ferocia. Qualunquista nella distorta forma mentis, incarna quella parte di società emarginata e spogliata della propria dignità, variante imprevedibile e malata in seno ad un sistema altrettanto malandato di cui è terribile prodotto.
Gli resta una figlia affetta da probabile autismo a rappresentare il suo ultimo legame con la vita. Dopo averla abbandonata in un istituto comprende di avere delle responsabilità; farla sparire da quel mondo che le promette solo sofferenza o proteggerla da ciò che nemmeno lui riesce a contrastare?
Noè dipana il dubbio attraverso un epilogo moralmente disdicevole eppure incredibilmente poetico. Tra l'altro ingegnosamente anticipato da un avviso allo spettatore, in cui si concedono trenta secondi per lasciare la sala prima dell'imprevedibile quanto "pericolosa" chiusura.
Si consiglia vivamente di restare.