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SEUL CONTRE TOUS regia di Gaspar Noč

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Niko.g     7½ / 10  24/07/2013 11:45:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa sono i conati di vomito che provoca il "Salò" di Pasolini, rispetto al malessere tetragono che emana questo film?
Fin da subito un ritmo narrativo marziale ci proietta nella psicologia del protagonista. Senza tante metafore destinate agli amanti del "qui l'autore vuole dire che…", Gaspar Noé presenta una soggettiva micidiale, la contestualizza, la rende esplicita, feroce, empatica, inaccettabile ma credibile.
Sul piano formale vengono rispettate le tecniche oggettive alla base del rapporto biunivoco tra arte e comunicazione e questo, signori, non è poco.
Si viene letteralmente rapiti dallo stilo narrativo in prima persona, dove il giudizio nichilista è il filo conduttore. Eppure, se con "Arancia meccanica" e "Salò o le 120 giornate di Sodoma" si resta ingabbiati in pretestuose tesi universali sulla violenza e sul potere, qui la prospettiva è capovolta e se anche la ferocia di certe immagini tiene testa a quella delle opere citate, è pur sempre e solo la storia di un uomo, tuttavia raccontata con una introspezione eccezionale, fonte di conflitti di coscienza inaspettati e commoventi, che le sceneggiature fredde e meccanicistiche di Kubrick e Pasolini non potevano offrire.
Alla ineluttabilità masochistica di "Salò" si contrappone l'autoconservazione di un uomo, contro quel potere che Pasolini vedeva come sopraffazione della natura e negazione della Storia e che invece ne è parte integrante, in un rapporto di simbiosi inevitabile. Ad essere anarchica, semmai, è la stessa natura umana che crede di poter fare a meno del suo Creatore. Eccone un fulgido esempio: quest'uomo arriva ad odiare la stessa esistenza, ne rifiuta la logica e il potere di costrizione ma, al tempo stesso, oppone una reazione uguale e contraria, come in preda a un delirio di onnipotenza originato da quel complesso d'inferiorità comune a chi, eliminando Dio e riconosciutosi quindi un insignificante ammasso di cellule, delle leggi civili e morali non può cogliere il senso se non quello di violarle per sostituirle con il proprio pene-pistola. Solo così troverà un senso apparente.
E' un film estremamente crudo, ma ricco di spunti di riflessione che spaziano dalla psicanalisi alla filosofia morale, su cui si potrebbero aprire interessanti discussioni. Niente violenza gratuita alla Tarantino, quindi.
La forza espressiva del racconto, già possente di suo, viene elevata all'ennesima potenza dalla fisionomia di un protagonista che certo non si potrà dimenticare. Una faccia da psicotico come questa metterebbe i brividi anche dallo schermo di un cellulare.
lukef  14/08/2013 12:11:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti per l'analisi
Niko.g  29/08/2013 17:12:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, diciamo che il film ce la mette tutta per smuovere qualche riflessione :)