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SEUL CONTRE TOUS regia di Gaspar Noč

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oh dae-soo     8½ / 10  22/11/2011 17:42:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
" Il mondo è cattivo" diceva Justine in Melancholia.
" Il mondo è cattivo" ripete ossessivamente Seul.
Il mondo è cattivo, siamo tutti soli, non esiste l'amore, non esiste l'amicizia, non esistono gli affetti familiari, gli uomini e le donne sono solo involucri che portano in giro i propri organi genitali.
Odia tutto Seul. Odia gli uomini, odia il potere, odia le religioni, odia le razze, Seul contre tous, già. Il rapporto con le madri termina con la fine dell'allattamento, quello coi padri è basato solo sul denaro, inizia con i primi soldi prestati e termina con l'eredità. Gli uomini sono tutti froci pronti a prenderlo e metterlo in quel posto. Gli uomini sono tutti opportunisti, menefreghisti e porci. Gli uomini sono tutti tremendamente soli.
Il mondo è cattivo e siccome non c'è un pianeta che verrà a schiantarsi su di noi per salvarci tutti Seul decide di pensarci da solo.
Il mondo è cattivo e Seul non fa che adeguarvisi.
Noè racconta un uomo senza più ideali, senza più morali, senza più sogni. E l'umanità nella quale si muove è anch'essa derelitta, una malata terminale in attesa di quella morte che tanto, alla fine, "non è niente di che", soltanto un corpo ormai freddo e inutile.
" Tutto è nero" rantola la vecchietta prima di morire.
Già, tutto è nero, la vita non è altro che un lungo tunnel di angoscia e infelicità alla fine del quale non si intravede nessuna luce.
E così, novello Hobo with a gun, Seul ha deciso che è l'ora di cominciare a chiudere qualche conto, l'ora di vendicarsi, l'ora di dare un senso, per quanto abietto, alla propria esistenza.

ATTENZIONE: avete 30 secondi per abbandonare la recensione.

Seul va a trovare sua figlia, quella figlia indesiderata che la società gli ha strappato di dosso una ventina di anni prima. La prende e la porta nell'alberghetto di quart'ordine dove fu concepita. Decide di ucciderla, tanto per lei la morte sarebbe soltanto una liberazione. Prima ci va a letto, poi, PUM, le spara alla gola. Mentre la figlia rantola a terra, mentre la figlia sta crepando in un modo insopportabile, mentre quelle immagini mi scorrono davanti, io penso.
Penso che Seul contre tous sia un film ignobile, senza una minima etica.
Che senso ha infatti ammorbarci per più di un'ora (quasi annoiando) con discorsi sempre uguali, pensieri reiterati, per poi arrivare a un punto così scontato e disgustoso? Non si poteva fare allora un cortometraggio? Perchè concludere questo trattato di nichilismo con un omicidio tanto efferato?
Poi quel fine, quel senso che in quell' interminabile minuto in cui la figlia si contorceva a terra non trovavo incredibilmente arriva.
E non è un senso soltanto prettamente cinematografico (tutto quello che lo precede rende questo momento straordinario e inaspettato).
E' il senso nel suo significato più alto, il Senso della vita.
Quell'abbraccio sulle note di una delle più belle melodie concepite dall'uomo è qualcosa di incredibile.
Seul non è Hobo. Seul è una specie di Zeno Cosini. Quell'ultima sigaretta più volte dichiarata non arriverà mai, anzi, Seul respirerà a pieni polmoni il fumo della vita. Tutti i suoi propositi d'incanto non esistono più.
Non esistono più perchè tutte quelle parole vuote che Seul detestava, parole come l'amore, la felicità, la voglia di vivere, d'improvviso si materializzano davanti ai suoi occhi.
Noè va ancora oltre. E' così potente e nuovo l'amore scoperto da Seul che non conteranno più le convenzioni e le leggi dell'uomo, non ci sarà più un'etica e una morale universalmente riconosciuta.
Sua figlia diventerà la sua donna perchè solo lui potrà amarla in un modo così grande.
Ma io preferisco tornare a quell'abbraccio, forse la conclusione più degna.
Gaspar, non è vero come scrivi alla fine che ogni uomo ha una morale.
La verità è un'altra.
Ogni uomo ha un cuore.
E c'è soltanto una cosa più bella di sapere di possederlo.
Riscoprirlo.
oh dae-soo  08/11/2012 22:15:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rileggendo oggi la mia recensione noto un'incredibile errore, così pacchiano che sembra voluto.

Seul ovviamente è aggettivo, non nome proprio come l'ho usato io.

Anche se non avendo un nome proprio, forse chiamare il protagonista così è operazione che può avere un senso.

Diciamo così...