williamdollace 7½ / 10 22/11/2009 22:06:11 » Rispondi Tetro lavora palesemente sull’intero apparato di significanze e rimandi sul cosa significhi realmente essere “scrittori” e sull’intimità viscerale che lo “scrittore crea con la materia che si ritrova fra le mani” (e con se stesso alla fine). Lo scrittore è colui che non può fare a meno di essere “scrittore” ma può certo fare a meno di scrivere e la mancanza di esibizionismo non preclude mai una certa ambizione.
Attraverso salti temporali in autentiche porte di Luce che lasciano l’impronta negli occhi e nell’animo della Memoria e attraverso un magistrale utilizzo di figure sapientemente illuminate [Vincent Gallo che manovra le luci in penombra, non è altri che lo stesso Francis Ford Coppola] Tetro coscientemente minuziosamente e sardonicamente sceglie chi e cosa illuminare ma soprattutto COME.
Tuttavia, anche se sempre proiettato verso il futuro credo fortemente che Tetro come pure Un’altra giovinezza siano opere cinematografiche quasi mai totalmente spregiudicate e che nonostante lo sperimentalismo visivo non riescano a liberarsi del tutto di un certo manierismo conservatore che lascia talvolta il fianco scoperto alla scrittura a sfavore del Cinema.