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STOIC regia di Uwe Boll

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phemt     8½ / 10  30/11/2010 19:57:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' dal 2007 che Boll ha cominciato un percorso personale che lo ha portato ad essere il miglior cane sciolto del cinema occidentale: Postal era il suo modo per mandare affan**** tutti, Seed era un pugno nello stomaco, Rampage una testata in fronte e Stoic è un calcio nelle palle ma un calcio nelle palle a dir poco devastante… A questo punto sono curioso di vedere cosa rappresenteranno l'appena uscito Darfur e il prossimo Auschwitz…

Film terribile questo Stoic di fatto più terrificante di qualunque horror, ispirato ad una storia vera, e stavolta non ho nulla da ridire (di storie del genere purtroppo ce ne sono state fin troppe), avvenuta nel 2006 in una prigione tedesca, Stoic è un film di denuncia senza per questo che Boll prenda posizione e cerchi di imporre il proprio pensiero…
La telecamera è una sorta di elemento esterno, il regista non racconta ma documenta, è lo spettatore che deve ragionare su quanto vede sullo schermo… Deve ragionare su quanto sia sbagliato l'attuale sistema carcerario che mette chiuse in una cella 4 persone con reati medi alle spalle e come questi si trasformino in violentatori assassini per lasciare campo aperto alla voglia di primeggiare all'interno della logica animale del più forte, di non mostrarsi debole, perché i deboli muoiono e solo il più forte va avanti… Boll indaga sulle reazioni umane in un contesto fatto di restrizioni di spazio e libertà ma in realtà in un contesto che mostra anche restrizioni mentali e psicologiche… E' l'uomo visto come animale ferito, disperato, feroce e crudele!
Boll non fa nient'altro che mettere a nudo l'orrore reale dell'essere umano che da bestia qual è lascia libero spazio a tutte le frustrazioni di una vita da fallito quando in gruppo e forte di questo fa valere la sua legge sulla preda più debole…
Di deboli in questo film ce ne sono due, uno farà la peggior fine possibile, l'altro che non riuscirà ad uscire dalla situazione una volta che il "branco" (anche e soprattutto per colpa sua) si è spinto troppo in là e per paura di non diventare lui la nuova "preda" sarà costretto cedere alla legge del più forte…

Nessun tipo di retorica da due soldi, nessuna paternale, Boll mostra solo come l'uomo medio con i suoi difetti possa trasformarsi nel peggiore animale possibile ed è per questo che fa una paura boia ed è per questo che difficilmente lo spettatore gli concederà una seconda visione…

Quattro attori, una sola location, la capacità di Boll di mantenere a livelli notevoli la tensione soprattutto psicologica (a tratti ho avuto davvero difficoltà a seguire il film) senza cercare effetti splatter e mantenendo sempre alta la verosimiglianza del narrato…
Minimalista e crudele, di una cattiveria psicologia quasi sconcertante, alla fine della visione lascia un vuoto infinito, uno cerca di convincersi di aver visto solo fiction ma purtroppo dentro di sé è conscio che è tutto terribilmente verosimile se non addirittura reale…

Giusto un paio di errori per Boll: prima di tutto io la tagline "ispirato ad una storia vera" l'avrei messa alla fine, avrebbe avuto un effetto ancor più devastante, secondariamente avrei evitato il finale con la sorte dei tre carnefici che in teoria serve solo per far salire di più la rabbia nello spettatore che si rende conto che di giustizia alla fine in questa storia non c'è ne è per nulla (errore simile secondo me lo fece De Palma in Vittime di Guerra)…

Lewinson migliore in campo in assoluto, bene Shipos (che continuo a pensare che se si gioca bene le sue carte potrà diventare il nuovo Brad Pitt), maluccio Mennekes, bene ma non mi ha fatto impazzire Furlong la cui vita di eccessi si legge tutta sul viso e sul fisico (c'ha 30 anni ma ne dimostra 50)…

Film per pochissimi, onestamente mi sento di sconsigliarlo assolutamente ai più sensibili ma vanno tributati i giusti onori ad una scheggia impazzita del cinema moderno che non ha paura di mostrare temi forti e di trattarli (quando ne ha voglia) con intelligenza e capacità!