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AGORA' regia di Alejandro Amenabar

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Romi     6½ / 10  21/09/2013 20:24:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Agora è un film il cui messaggio dovrebbe essere una presa di posizione netta contro ogni forma di fanatismo o integralismo religioso. Ma, ad una attenta osservazione, non si può non capire che l'intento è quello di mettere in cattiva luce la Chiesa (tanto di moda al giorno d'oggi). Poco male, se si pensa che grandi registi come: Bunuel, Pasolini, Almodovar hanno infierito duramente sulla Chiesa, a nello stesso tempo non si può negare che ci hanno regalato veri capolavori, ricchi di sensibilità anche religiosa. Non si può certo negare, ad esempio, che il "Vangelo secondo Matteo" sia una grande opera ricca di rispetto nei confronti della figura del Cristo o del cristianesimo. Il film di Amenabar non scandalizza di certo, anzi ben venga il fatto che si possano portare a conoscenza accaduti controversi che hanno avuto per protagonisti i cristiani (che di cristiano avevano ben poco). Ma la stonatura sta nel fatto che si sostiene la tesi discutibile che l'ateo è l'uomo veramente libero e che tra fede e ideologia non c'è differenza. Agorà, quindi, non lo definirei un film prettamente storico, ma un film a tesi. Già si è visto con "Mare dentro" la verità stava solo da una parte. Infatti la verità sembra che stia solo dalla parte di Ipazia, scienziata geniale che si contrappone alle intolleranze religiose fra pagani, cristiani ed ebrei. Inizialmente sembra che il regista sia equidistante nell'evidenziare questi fanatismi. Mano mano che si procede non si può non comprendere che in base ad una classifica degli orrori sono proprio i cristiani a vincere il primato di aguzzini. Una sequenza significativa è quella in cui i pagani cercano di salvare il salvabile dalla biblioteca prossima alla distruzione da parte dei cristiani. Questo perché unici difensori di un sapere che verrà corrotto dai cristiani. Ma è davvero così? Non occorre essere degli storici per notare la forzatura che il regista fa della storia, capovolge quello che in realtà il Cristianesimo porterà al mondo Classico. Cioè la salvezza di centinaia di scritti ricopiati dai monaci cristiani, i quali per amore della bellezza e del sapere trasmisero anche opere pagane pur non essendo totalmente aderenti al messaggio cristiano. E sicuramente avrebbero salvato anche l'opera di Ipazia se fosse giunta loro. Insomma il regista nella sua rappresentazione del mondo antico sceglie la via più semplicistica, cioè l'analogia col mondo di oggi. I Cristiani erano i Musulmani di oggi, stesso integralismo, ignoranza, cieca violenza e desiderio del potere. Infatti il Vescovo Cirillo è descritto come un sicario o un mandatario di violenze, non importa se le fonti storiche attestino il diverso. Amenabar dimentica o non sa (o fa finta di non sapere) che la maggior parte dei cristiani non era affiliata ai parabolani e non ammette che gli ideali dei pagani non si basavano sul rispetto degli schiavi, per la diversità, l'amore per il sapere. Insomma una forzatura basata su un illuminismo olimpico che molto probabilmente non è mai esistito. Mezzo punto in più per la bellezza della scenografia e delle interpretazioni.
Torok_Troll  21/09/2013 22:08:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma non raccontiamoci favole, i cristiani veri erano proprio come li descrive questo film! Un branco di schifose croste purolente, puzzolenti, stupidi, che sapevano solo urlare come pazzi, e vivevano come scarafaggi! Altrimenti perchè avrebbero linciato in quel modo così brutale la povera Ipazia, colpevole solo di essere donna e di avere il sapere? Non fu affatto il cristianesimo a salvare quelle grandi opere pagane, fu una recondita presa di coscienza di quei monaci che, in fondo, sapevano di non essere discendenti dei semiti e quindi di non avere antenati veri cristiani, ma pagani. Fu una questione dettata dall'identità e non da un credo bislacco fondato sul "non scopare se non per fare figli, vivi nella mortificazione, distruggi tutto ciò che non riguarda cristo!", non dimentichiamo poi che in monaci, in ogni caso, rimaneggiarono molte opere a loro piacimento sottolineando sempre una certa superiorità cristiana sul paganesimo (anche perchè, se non lo fascevano, potevano attirare su di se dei brutti sospetti che li poteva condurre ad una ben nota e triste fine).
Cirillo era SICURAMENTE come è ritratto quì, forse perfino peggio, ma si sa, la storia la scrivono i vincitori (in questo caso i cristiani), non potevano certo riportarci un simile individuo in tutto il suo putridume.
In oltre, se non era contemprlato tra i pagani l'amore per il sapere, com'è che tante conoscienze che sono state riscoperte in seguito erano già arcinote dai pagani secoli fa (anche quei popoli cosidetti "barbari" dai Greci e Romani)? Ho limpressione che la tua ultima considerazione vacilli un pò. Poi... come se i cristiani avessere più rispetto per schiavi e le diversità! Non mi pare proprio che abbiano abolito la schiavitù una volta al potere, o che abbiano trattato celti, tribù germaniche o altre, diciamo, miniranze meglio di come non facessero i romani durante l'impero.
In oltre, vorrei ricordare che i Romani avevano la Pax Romana, che prevedeva il rispetto e la tolleranza di tutti i popoli non romani che si trovassero nell'impero. Questo voleva dire: ripettare i loro culti religiosi, artistici e linguistici, qualunque essi fossero. I cristiani non ne sarebbero stati affatto esenti, difatti non esentarono neppure gli ebrei, perchè loro si? Erano gli stessi cristiani che non gli andava bene che il resto del mondo non fosse come loro.
Tra l'altro il regista di questo film è (a sorpresa mia) pure cattolico, e secondo me ci è andato fin troppo leggero nel rappresentare gli abramitici, tralasciando vari orrori e sicuri inciucci che cerano tra cristiani, ebrei e governo decadente di Roma.
Potrei poi citarti altre cose come la mistificazione di santi (alcuni mai esistiti ed inventati per comodo), le abiure degli antichi culti tramite piccoli genocidi, torture, distruzione dei templi, sbeffeggiamento e ridicolizzazione dei culti, profanazione di luoghi di sepoltura, l'invenzione delle messe nere e di presunti rituali satanici dei pagani e tante altre belle cose che i cristiani anno lasciato sulla pelle, nelle menti e nei cuori dei nostri antenati (onora il padre e onora la madre, eh?!)
Vedi dunque... i veri serpenti ambigui, viscidi e sfuggenti si muovono proprio in chiesa, e da secoli anche.
Romi  22/09/2013 14:43:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...e poi scusa ma come fai ad essere sicuro di ciò che ti viene propinato? Vediamo di analizzare meglio la cosa... Sin dal rinascimento Ipazia fu considerata martire laica del pensiero scientifico. Fu celebrata in ogni modo attraverso romanzi, poesie, opere teatrali, quadri e per ultimo questo film che è l'ennesimo atto di accusa contro la Chiesa cristiana, contro i suoi santi e la sua storia. Ciò che colpisce di più di questa vicenda è l'attacco all'essenza stessa della religione cristiana. Secondo la visione laicista la Chiesa non sarebbe basata affatto sulla legge d'amore di Cristo, ma è una vera organizzazione criminale che spazzò via il pacifico e benefico paganesimo. Tu affermi con certezza che Cirillo era proprio così, che fu lui a far uccidere Ipazia e non l'azione autonoma di un gruppo di monaci fanatici. In periodo di forte vento clericale, come quello che oggi circola in Italia, una tale rappresentazione dei fatti non incontra alcuna obiezione nella maggior parte dell'opinione pubblica. Ma la storia, quella vera, si basa su documenti che non possono avere a che fare con gli interessi di parte. Le sole fonti dirette a noi pervenute sono quelle di Socrate Scolastico, Damascio e Giovanni di Nikiu. Socrate Scolastico afferma che Ipazia fu vittima della gelosia politica che vigeva a quel tempo. Essa si incontrava spesso col prefetto Oreste e ciò fu interpretato in modo calunnioso dal popolino cristiano che pensò fosse lei ad impedire al prefetto di riconciliarsi con il vescovo. Alcuni di questi fanatici uccisero barbaramente Ipazia. Ma ciò non portò nessun obbrobrio a Cirillo o alla chiesa di Alessandria e nulla può essere così lontano dallo spirito del cristianesimo che permette violenze, massacri ecc...
Dagli scritti di Damascio leggiamo che Cirillo fu colpito di invidia nei confronti di Ipazia perché la donna aveva tanti seguaci, così progettò di farla uccidere nella forma più atroce che si potesse immaginare.
Giovanni di Nikiu dice che molti credenti sotto la guida di Pietro si misero alla ricerca di Ipazia che aveva ingannato le persone della città e il prefetto con i suoi incantesimi. L'unico, quindi, ad insinuare che fu Cirillo il mandante dell'omicidio fu Damascio. Ma tale egli visse in epoca molto lontana dai fatti narrati e non può essere molto attendibile ed essendo pagano si esprime in modo fortemente anticristiano, quindi di parte. Socrate Scolastico fu contemporaneo di Ipazia quindi ebbe la possibilità di attingere a fonti più sicure e precise. Egli infatti afferma che Ipazia fu vittima della gelosia politica che prevaleva a quel tempo. Oreste era considerato un prefetto dispotico mal visto dagli Alessandrini, Socrate Scolastico era di Costantinopoli e sostenitore di Oreste ed acerrimo nemico di Cirillo Alessandrino, quindi avrebbe avuto tutta la convenienza per screditarlo, ma non lo fece.
Come mai allora i cristiani abbiano compiuto un atto tanto efferato? Bisogna ricordare in quel periodo storico il paganesimo tornò a rifiorire, grazie al colpo di stato per opera del generale pagano Arbogaste che eliminò l'imperatore Valentiniano II d'Occdente. Vi fu un conflitto di legittimità tra paganesimo e cristianesimo. I cristiani, quindi, vissero nuovamente nella paura di rischiare nuove persecuzioni. La vittoria di Teodosio scongiurò il ritorno al paganesimo, ma la contrapposizione fra pagani e cristiani durò ancora a lungo. E' in questo quadro che dobbiamo focalizzare la vicenda di Ipazia. Sempre secondo Socrate Scolastico si viveva in un clima di grande tensione, di violenze tra pagani e cristiani. Avvenne infatti un massacro di cristiani ad opera degli ebrei, al quale Cirillo reagì cacciando gli ebrei da Alessandria. E' normale che in un simile clima si formassero delle forze estremiste e fanatiche, e Ipazia fu uccisa proprio da cristiani fanatici detti "parabolani". Gruppi fuori da ogni controllo, non riconosciuti dalla Chiesa e a loro si unirono anche monaci fuori controllo. Il motivo scatenante fu l'odio per Oreste, sospettato di paganesimo e del potere di Costantinopoli e che proteggeva Ipazia.
La chiesa cristiana e i cristiani non odiavano affatto Ipazia e non erano contrari alla sua scienza. Essa era stimatissima da Sinesio di Cirene. poi divenuto vescovo di Tolemaide e così le scriveva: "Tu, madre, sorella e maestra, mia benefattrice...." e la chiamava "La donna che a buon diritto presiede ai ministeri della filosofia".
Purtroppo la morte orribile di Ipazia è la dimostrazione di come una fede fanatica arrivi a negare se stessa, stravolgendo i suoi concetti più profondi. Detto tutto questo non voglio negare le ingiustizie, iniquità che purtroppo sono state registrate nella storia del cristianesimo, ma bisogna essere più obiettivi. Infatti ciò che non può essere accettato è la miserabile operazione della propaganda laicista che si fa beffe della verità storica. La prima critica alla violenza su Ipazia ci vengono proprio dal mondo cristiano che si è subito dissociato dal gesto. Il tentativo della propaganda laicista è sempre lo stesso: far presa sulla gente comune o più semplice propinando sempre le solite sciocchezze antistoriche. Specie se poi si riesce a fare tanti soldini.
Vitichindo  13/02/2015 00:14:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da parte di diversi autori è stato osservato che il cristianesimo si è potuto diffondere con relativa rapidità nel mondo antico, incontrando relativamente poca resistenza, in una maniera che è stata paragonata a un contagio, un’epidemia le cui cause sembrano in qualche modo misteriose, nonostante la sua evidente carica di sovversione e dissoluzione nei confronti del mondo e della cultura antichi.
Io credo che la spiegazione di ciò sia complessa, richiamando una serie di fattori che hanno agito come concause, ma non sia assolutamente un mistero (i misteri, nei limiti del possibile, lasciamoli a chi ha “fede”).
Per prima cosa, occorre notare che il cristianesimo è venuto a inserirsi al momento opportuno in una crisi che aveva origini più remote. Il punto chiave è che all’interno dell’ecumene circum-mediterraneo “romano” l’elemento romano-italico era da tempo in declino demografico, e tu certamente mi insegni (1) che nessuna istituzione può reggere a lungo quando viene a mancare l’elemento umano che l’ha prodotta.
Occorre tenere presente che Roma si è trovata coinvolta in una serie interminabile e quasi continua di guerre prima dentro la Penisola italica, poi fuori dalla stessa, fin dall’età repubblicana.
Gli effetti economico-sociali di questa situazione sono abbastanza noti: l’economia antica era un’economia essenzialmente agricola. Gli effetti di questa situazione erano completamente diversi sulla piccola proprietà terriera a conduzione familiare e sulla grande proprietà.
La piccola proprietà contadina gestita da aziende a conduzione familiare, quelli che oggi chiameremmo “coltivatori diretti”, veniva a trovarsi in difficoltà crescenti per l’assenza del capofamiglia che ne era anche la principale forza lavoro. La grande proprietà se la cavava molto meglio perché poteva contare su lavoro servile, non solo ma si presentava sistematicamente la possibilità di allargarsi acquistando a prezzi stracciati i fondi dei piccoli proprietari indebitati.
Tutto il periodo delle guerre civili, dai Gracchi all’affermazione del principato, è la lotta fra piccoli proprietari indebitati e grandi proprietari che si stanno trasformando in latifondisti. Le richieste costanti della parte plebea sono la cancellazione dei debiti e la distribuzione di terre ai veterani (quest’ultima troverà accoglimento solo in epoca bizantina, e probabilmente la sua soddisfazione fu determinante nel consentire a Bisanzio di sopravvivere per altri mille anni).
Quali sono gli effetti demografici di questa situazione? L’estensione del latifondo e la progressiva scomparsa della piccola proprietà contadina comportarono il passaggio dall’agricoltura intensiva all’agricoltura estensiva e alla pastorizia, cioè a una brusca diminuzione della redditività della terra per unità di superficie, oltre che a un sempre più ampio ricorso al lavoro servile, mentre i contadini espulsi dalle campagne in genere non avevano scelta se non di inurbarsi, entrare a far parte di quelle plebi urbane che vivevano perlopiù di espedienti e che gli imperatori cercavano di tenere buone dando loro “panem et circenses”. In questo passaggio dalla campagna alla città, la fecondità delle famiglie cala bruscamente perché non c’è più l’incentivo a mettere al mondo figli che rappresentino braccia utili per il lavoro dei campi. Nel frattempo, il posto di costoro sulla terra viene preso sempre più dalla manodopera servile, ossia da un’accozzaglia di stranieri provenienti da ogni angolo del Mediterraneo.
E’ importante tenere presente anche il calo di redditività della terra, che comporta una politica di sempre nuove guerre e conquiste per procurarsi il necessario ad andare avanti. Man mano che lo stato romano si allarga includendo sempre più componenti allogene, l’elemento romano-italico si diluisce.
In età imperiale l’agricoltura italica era così poco remunerativa che il grano necessario per sfamare una popolazione crescente veniva quasi interamente dall’Africa e fu la conquista dell’Africa romana da parte dei Vandali di Genserico a determinare a tutti gli effetti il collasso dell’impero romano d’Occidente.
Che cosa i Romani stavano inglobando, cosa era entrato a far parte dello stato romano sempre meno romano? Certamente, l’inclusione di altri elementi europei, Veneti, Celti, Illiri, non poteva essere un fatto di per sé negativo, ma c’era soprattutto l’Oriente (e l’Africa del nord) “ellenistico”, che tra l’altro rappresentava le maggiori risorse economiche e il maggior peso demografico, ed è qui che il cristianesimo si incisterà per iniziare la sua diffusione.
Bisogna dire la verità su questo “ellenismo” che di “ellenico” aveva poco o nulla. Le campagne militari di Alessandro, misero nelle sue mani e in quelle dei suoi eredi l’impero persiano, la prima potenza multinazionale, di cui la Grecia-Macedonia risultava a tutti gli effetti un’appendice. Ben presto, elementi e cultura nativi avevano salito la gerarchia degli stati ellenistici, permeando facilmente il tenue velo rappresentato dall’esigua élite dei conquistatori ellenici. I centri importanti dell’ellenismo non sono in Grecia, anche Atene ha ormai un ruolo marginale, ma in Oriente, Antiochia e Alessandria.
Esiste un parallelismo tra le conquiste di Alessandro e l’espansione romana, sul quale sarebbe necessario riflettere: il passaggio improvviso o quasi improvviso dalla dimensione delle polis, delle città-stato (lo era anche Roma) all’impero universale senza praticamente passare per una dimensione intermedia di stato-nazione ritrovandosi con istituzioni che appaiono drammaticamente sottodimensionate alla nuova realtà.
Una cosa che io trovo molto significativa, è che la lingua latina attecchì in Gallia e in Iberia, ma anche nella Dacia, l’ultima e più precaria conquista romana, ma l’unica terra in Oriente fuori da quel contesto “ellenistico” che del latino non ne voleva proprio sapere, mostrando in ciò, ma non soltanto in ciò, l’avversione e l’incompatibilità con tutto ciò che fosse autenticamente romano.
Oswald Spengler ne Il tramonto dell’Occidente ha parlato di una “civiltà arabo-magica” nascosta nell’età antica dalla presenza della civiltà classica, che sarebbe venuta allo scoperto in modo evidente soltanto con l’islam, ma che sarebbe esistita già molti secoli prima di Maometto. Personalmente, sono incline a dargli ragione, a ritenere che il mondo “ellenistico” sia stato solo annesso politicamente da Roma, ma rimaneva un mondo assolutamente non romano né romanizzabile.
Tanto per completare il quadro, poi in varie parti dell’impero esistevano i dediticii, popolazioni che si erano sottomesse spontaneamente a Roma, e ne avevano ricevuto l’equivalente di un semplice vassallatico, si amministravano con le loro leggi o le loro usanze, popoli che rimanevano avulsi dalla civiltà romana, spesso non comprendevano nemmeno il latino, e certo non avrebbero mosso un dito in favore della romanità. Costantino con l’editto di Milano attribuì in prima battuta ai cristiani lo status di dediticii, con vari vantaggi come l’esenzione dal servizio militare.
Un sistema basato sul latifondo e il lavoro servile doveva portare per forza a un drammatico acutizzarsi delle differenze sociali e allo scollamento fra i popoli dell’impero e la classe dirigente e le istituzioni statali proprio quando la massiccia introduzione di schiavi rendeva la composizione etnica sempre più frammentata. A questo si aggiunge anche il fatto che i costi delle continue guerre (prima di conquista, poi guerre civili provocate dalla fragilità istituzionale dell’impero romano, dove la successione finiva per essere decisa dagli scontri armati fra le legioni) e del crescente, ipertrofico apparato burocratico, comportavano una fiscalità sempre più esosa.
Da qui, le frequenti rivolte contadine, dei bagaudi nelle Gallie, dei circellioni in Africa. Tra l’altro, nella rivolta africana dei circellioni (braccianti a giornata) si inserì il movimento dei donatisti (un gruppo cristiano radicale) fornendo, per così dire, il supporto ideologico, mentre la Chiesa ufficiale condannava l’eresia donatista rassicurando il potere imperiale e inaugurando un gioco delle parti che i cristiani avrebbero spesso ripetuto con consumata abilità nei secoli, mostrandosi rivoluzionari e conservatori a seconda delle circostanze, e approfittando destramente di tutte le opportunità per ingrandire il proprio potere.
Senz’altro questa situazione di crisi ha favorito a partire dal II secolo E. V. la diffusione delle cosiddette religioni soteriologiche, ossia predicanti una salvezza ultraterrena e/o consistente nella fuga dal mondo, nell’abbandono dell’interesse per la dimensione politico-sociale, della ricerca o dell’attesa di un redentore di un qualche genere.
La crisi della religione capitolina è da mettere prima di tutto in relazione con la rarefazione dell’elemento romano-italico che ne era, fuori discussione, il suo supporto naturale. All’epoca si sviluppa la “mitologia classica” ma è un’operazione letteraria realizzata appiattendo le differenze fra il pantheon capitolino e quello olimpico, e mi pare richieda anche una buona dose di scetticismo e/o un interesse puramente erudito per le credenze degli avi, e comunque riguardava solo gli strati sociali alti e acculturati.
A livello popolare, invece, si può dire “tutto fa brodo”: si riscoprono e si diffondono gli antichi culti misterici, nascono il neoplatonismo e il neopitagorismo che valorizzano i cascami mistici del pensiero di Platone e di Pitagora, ma soprattutto tanta mistica, tanto magismo orientale: il culto isiaco dall’Egitto, poi mitraismo, manicheismo, zoroastrismo, gnosticismo e chi più ne ha più ne metta.
In tutte queste tendenze emerge qualcosa che è esattamente il contrario dello spirito romano: uno spirito servile, debole, infantile che si inginocchia davanti a una figura-feticcio per impetrare la redenzione: Iside, Orfeo o Cristo non fa molta differenza.
Il romano è (come tutti gli altri veri indo-ruropei) a livello etico prima di tutto l’uomo in piedi davanti agli uomini e davanti agli dei, con lo sguardo sereno e il ciglio asciutto davanti alla vita e davanti alla morte. “Et facere et pati fortiter romanum est”, “Che accada quello che può, io farò quel che devo”, che non ha bisogno di essere né consolato né redento.
Non è certamente un caso che fra tutti questi culti, quello che si affermò di più nell’ambiente militare fu quello di Mithra, infatti fra di essi era probabilmente il meno svirilizzato e il meno svirilizzante; certo, non si può nemmeno fare il paragone fra esso e il culto di Cibele, “grande madre” orientale, officiato da sacerdoti castrati e vestiti da donna.
Questi culti hanno dissodato il terreno al cristianesimo, non solo perché il cristianesimo riciclerà parecchie delle loro concezioni, ma perché crearono la mentalità del “fedele” psicologicamente dipendente da una divinità-feticcio da cui si aspetta “la salvezza”.
Rispetto a tutti questi culti, il cristianesimo aveva però un vantaggio che alla lunga si rivelerà determinante: un’organizzazione gerarchica ben strutturata e ramificata, con un’efficienza “militare”, e che controllava strettamente la vita dei fedeli (E’ ben noto l’episodio di “san” Pietro che uccise o fece uccidere i coniugi Anania e Zaffira per non aver versato interamente alla comunità cristiana il ricavato della vendita di un campo).
A partire dal III secolo gli imperatori avevano ben compreso che era necessario ricostruire l’unità religiosa dell’impero, anche perché solo da essa poteva venire la legittimazione del potere imperiale. I Severi e Aureliano tentarono di instaurare un culto solare. Diocleziano mirò alla divinizzazione della stessa figura imperiale. Costantino mirò a utilizzare il cristianesimo (a cui non credeva) per il medesimo scopo.
Come è successo che questa fede nata dal tronco del messianesimo ebraico, dallo spirito di rivolta antiromano, e poi divenuta il catalizzatore di tutti i ribelli e i malcontenti, vista fin allora come un pericolo e conseguentemente perseguitata, ha finito per essere vista come la soluzione della crisi spirituale dell’impero?
Una risposta interessante e probabilmente valida, l’ha data uno studioso rumeno, Vasile Florescu. Certamente è paradossale, ma è un fatto che negli anni della Cortina di Ferro, l’anticlericalismo comunista consentiva di esprimersi su queste tematiche con maggiore libertà di quella di cui “godiamo” nel “libero” Occidente:
“Lo stato gigantesco ed eccessivamente centralizzato si trovava ad avere bisogno di un nuovo tipo di impiegato, di un impiegato che fosse maestro di calcolo e di tachigrafia e non stesse a guardare indietro verso la libertà civile perduta. Il funzionario di vecchio tipo formatosi attraverso gli studi letterari dominati dalla retorica e capace di parlare bene, citare filosofi e poeti, di pensare in fondo con maggiore profondità, non può più soddisfare le esigenze di un’epoca in cui la magistratura si trasforma in burocrazia. Tale funzionario poi, sempre per la sua formazione di vecchio stampo, tende a rimpiangere il periodo delle libertà repubblicane, e non è certo questo che può cattivare la fiducia dell’imperatore. I dirigenti cristiani si sono accorti per tempo di questa situazione. Le dichiarazioni di fedeltà all’ordine costituito – “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” –, gli inviti rivolti agli schiavi perché restassero alle condizioni in cui si trovavano – “I padroni sono di Dio” – miravano ad uno scopo ben precisato. L’editto del 313 che eleva il cristianesimo al rango di religione ufficiale è il risultato di un’abile infiltrazione nei quadri dell’apparato statale a livello basso e medio e, insieme, dei ripetuti, ostinati tentativi di tranquillizzare gli imperatori” (2).
In poche parole, a un sistema totalitario servono uomini totalitari, e i cristiani lo sono.
Costantino non era cristiano, sebbene presiedesse il concilio di Nicea che doveva definire i caratteri dottrinali della nuova fede che per lui era semplicemente un instrumentum regni come il culto solare per i severi e aureliano. è leggenda, probabilmente inventata, che si sia fatto battezzare sul letto di morte, o ciò può essere stato fatto quando non era più cosciente. egli però non si avvide che non ci si poteva servire del cristianesimo, ma solo servirlo.
Dopo Costantino e il tentativo di restaurazione di Giuliano, arriva Teodosio che è ormai uno strumento nelle mani dei cristiani, in particolare del vescovo sant’ Ambrogio. Questo imperatore-pupazzo che la Chiesa orientale ha addirittura canonizzato compie quello che è forse l’atto più infame di quasi due millenni di storia: l’editto di Tessalonica del 380 E. V. con il quale il cristianesimo diventa religione ufficiale dello stato romano e continua a perseguire i culti degli avi come un delitto passibile della pena di morte.
La vera cristianizzazione dell’impero comincia con Tessalonica, perché fino ad allora, nonostante tutti i fattori di crisi che abbiamo visto, non era cristiana più di un terzo della popolazione in Oriente e meno di un sesto in Occidente, e fu una “conversione” ottenuta con la più brutale delle violenze, una gigantesca operazione di stravolgimento dell’anima dei popoli dell’ecumene circum-mediterraneo che trova un paragone (debole, tra l’altro) forse solo nell’opera di sovietizzazione della Russia compiuta da Stalin.
Il terrificante supplizio a cui era stata sottoposta la povera Ipazia è stato solo un piccolo antipasto dell’orgia di violenza scatenata sotto il segno mortifero della croce: i culti pagani furono non solo proibiti, i sacerdoti e i fedeli che osavano resistere furono massacrati, i templi furono profanati trasformandoli in stalle, postriboli e chiese cristiane; gli inquisitori di Teodosio nella loro furia arrivarono addirittura a “giustiziare” bambini che avevano giocato con i frammenti delle statue degli dei abbattute.
Questa è una parte della nostra storia che gli storici ufficiali, quelli stessi che enfatizzano le persecuzioni pagane contro i cristiani si guardano bene dal raccontare.
Lo storico greco Vlasis Rasias l’ha fatto mettendoci sotto gli occhi una realtà che molti vorrebbero restasse sconosciuta, nel libro La distruzione dei templi.
Quello che segue è un estratto del libro di Rasias apparso sul sito della Congregazione degli Ellenici:
“Anno 314 – Immediatamente dopo la sua piena legalizzazione, la chiesa cristiana attacca i pagani: il concilio di Ancirra denuncia il culto della Dea Artemide.
Anno 324 – L’imperatore Costantino dichiara il cristianesimo come l’unica religione ufficiale dell’impero romano. In Didima, in Asia minore, viene saccheggiato l’oracolo del Dio Apollo e i sacerdoti pagani vengono torturati sino alla morte. I pagani vengono allontanati dal Monte Athos e sono distrutti tutti i templi greci del luogo.
Anno 326 – L’imperatore Costantino, seguendo le istruzioni di sua madre Elena, distrugge il tempio del Dio Asclepio in Aigeai, in Cilicia e molti templi della Dea Afrodite in Gerusalemme, Afaka, Mambre, Feniciea, Baalbek, ecc.
Anno 330 – L’imperatore Costantino ruba i tesori e le statue dei templi pagani della Grecia per decorare la Nuova Roma, Costantinopoli, la nuova capitale dell’impero.
Anno 335 – L’imperatore Costantino saccheggia molti templi Pagani dell’Asia Minore e della Palestina e ordina l’esecuzione per crocifissione di “tutti i maghi e indovini”. Viene martirizzato il filosofo neoplatonico Sopatrus.
Anno 341 – L’imperatore Flavio Giulio Costanzo perseguita “tutti gli indovini e gli ellenici”. Molti pagani greci sono imprigionati o giustiziati.
Anno 346 – Nuove persecuzioni su larga scala contro i pagani di Costantinopoli. Viene bandito il famoso oratore Libanius, accusato di essere un “mago”.
Anno 353 – Un decreto di Costanzo ordina la pena di morte per tutti coloro che pratichino sacrifici e idolatria.
Anno 354 – Un nuovo decreto ordina la chiusura di tutti i templi pagani. Alcuni di questi sono profanati e trasformati in bordelli o sale da gioco. Sono giustiziati molti sacerdoti pagani.
Anno 354 – Un nuovo editto di Costantino ordina la distruzione dei templi pagani e l’esecuzione di tutti gli idolatri. Primi roghi di biblioteche in varie città dell’impero. Le prime fabbriche di cemento vengono costruite vicino ai templi pagani chiusi. La gran parte delle sacre architetture dei pagani vengono ridotte a calcinacci.
Anno 357 – Costantino proibisce tutti i metodi di divinazione, compresa l’astrologia.
Anno 359 – In Skytopolis, Siria, i cristiani organizzano il primo campo di concentramento per la tortura e l”esecuzione dei pagani arrestati in qualsiasi parte dell’Impero.
Anno 361 fino al 363 – La tolleranza religiosa e la restaurazione dei culti pagani sono nuovamente dichiarate a Costantinopoli, il 1° dicembre 361, dall’imperatore Flavio Claudio Giuliano.
Anno 363 – Assassinio dell’imperatore Giuliano (26 giugno).
Anno 364 – L’imperatore Flavio ordina di bruciare la biblioteca di Antiochia.
Anno 364 – Un editto imperiale, dell’11 settembre, ordina la pena di morte per tutti i pagani che praticano il culto antico degli Dei ancestrali o praticano la divinazione (“sileat omnibus perpetuo divinandi curiositas”). Tre decreti differenti (4 febbraio, 9 settembre, 23 dicembre) ordinano la confisca di tutte le proprietà dei templi pagani, punendo con la pena di morte tutti coloro che praticano rituali pagani, inclusi quelli fatti privatamente.
Anno 365 – Un decreto imperiale, del 17 novembre, proibisce ai funzionari pagani di comandare i soldati cristiani.
Anno 370 – L’imperatore Valente ordina una tremenda persecuzione contro i pagani in tutta la parte orientale dell’Impero. Ad Antiochia si giustizia, in mezzo a molti altri pagani, l”ex governatore Fidustius e i sacerdoti Hilarius e Patricius. Si bruciano numerosi libri nelle piazze delle città dell’Impero dell’est. Si perseguitano tutti gli amici di Giuliano (Orebasius, Sallustius, Pegasius, ecc.). Viene bruciato vivo il filosofo Simonides e decapitato il filosofo Maximus.
Anno 372 – L’imperatore Valente ordina al governatore dell’Asia Minore di sterminare tutti gli ellenici e tutti i documenti relativi al loro sapere.
Anno 373 – Nuova proibizione di tutti i metodi di divinazione. Il termine “pagano” è introdotto dai cristiani per disprezzare i gentili.
Anno 375 – Si chiude il tempio del Dio Asclepio nell’Epidauro, in Grecia.
Anno 380 – Il 27 febbraio, un editto dell’imperatore Flavio Teodosio converte il cristianesimo in religione esclusiva dell’Impero Romano, proclamando: “tutte le nazioni che sono soggette alla nostra clemenza e moderazione devono continuare a praticare la religione che fu introdotta ai romani dal divino apostolo Pietro”. I non cristiani sono definiti “ripugnanti, eretici, stupidi e ciechi”. In un altro decreto Teodosio chiama “insani” tutti quelli che non credono nel Dio cristiano e proibisce discrepanze nei confronti dei dogmi della chiesa. Ambrosio, vescovo di Milano, comincia a distruggere tutti i templi della sua zona. I preti cristiani istigano e spingono il popolo a ribellarsi contro il tempio della Dea Demetra, in Eleusi e tentano di linciare i sacerdoti pagani Nestorius e Priskus. Il sacerdote pagano Nestorius mette fine ai Misteri Eleusini e annuncia la predominanza dell’oscurità mentale sopra la razza umana.
Anno 381 – Il 2 maggio, Teodosio priva di tutti i loro diritti i cristiani che tornano a praticare la religione pagana. In tutta la parte orientale dell’Impero si saccheggiano o si bruciano i templi e le biblioteche pagane. Il 21 dicembre, Teodosio proibisce anche la semplice visita ai templi ellenici. A Costantinopoli il tempio della Dea Afrodite diventa un bordello, mentre il tempio di Helios e Artemide una stalla.
Anno 382 – “Hellelu-jah”, Gloria a Yawe, si impone nelle messe cristiane.
Anno 384 – L’imperatore Teodosio ordina al prefetto pretoriano Maternus Cynegius, un devoto cristiano, di cooperare con i vescovi locali e distruggere i templi dei pagani nel nord della Grecia e in Asia Minore.
Anno 385 fino al 388 – Maternus Cynegius, animato dalla sua fanatica sposa e dal vescovo (Santo) Marcellus, percorre con le sue bande tutto il paese, sequestrando e distruggendo cento templi ellenici, santuari e altari. Tra questi fu distrutto il tempio di Odessa, il Cabeireion di Imbros, il tempio di ZEUS ad Apamea, il tempio di Apollo a Dydima e tutti i templi di Palmyra. Migliaia di innocenti pagani in tutto l”Impero vengono martirizzati nel terrificante e orribile campo di concentramento di Skythopolis.
Anno 386 – L’imperatore Teodosio proibisce, il 16 giugno, il restauro dei templi pagani saccheggiati.
Anno 388 – Per volontà di Teodosio si proibiscono i dibattiti pubblici sui temi religiosi. Il vecchio oratore Libanius spedisce una famosa Epistola “Pro Templis” a Teodosio, con la speranza che quei pochi templi ellenici rimasti vengano rispettati e risparmiati.
Anno 389 fino al 390 – Si proibiscono tutte le feste che non rientrano nei calendari cristiani. Orde di eremiti fanatici, provenienti dal deserto, invadono le città del Medio Oriente e dell’Egitto distruggendo statue, altari, biblioteche, templi e linciando i pagani. Teofilo, patriarca di Alessandria, da inizio ad una dura persecuzione contro i pagani, converte il tempio di Dionisio in una chiesa cristiana, brucia il Mithraeum della città, distrugge il tempio di Zeus e schernisce i sacerdoti pagani prima di farli lapidare, mentre la popolazione cristiana profana le immagini di culto.
Anno 391 – Il 24 febbraio, un nuovo decreto di Teodosio non solo proibì la visita ai templi pagani, ma impose anche di guardare le statue deturpate. Nuove e terribili persecuzioni per tutto l”Impero. In Alessandria i pagani, liberati dal filosofo Olympius, organizzano una rivolta e dopo alcuni scontri si rinchiudono nel tempio fortificato del Dio Seraphide (il Serapeion). Dopo un violento assedio, i cristiani prendono l’edificio, lo distruggono, bruciano la sua famosa biblioteca e profanano le immagini di culto.
Anno 392 – L’8 novembre, l’imperatore Teodosio proibisce tutti i rituali non cristiani e li chiama “superstizioni dei Gentili” (gentilicia superstitio). Nuova persecuzione su grande scala contro i pagani. I Misteri di Samotracia sono proibiti e vengono assassinati i sacerdoti pagani. A Cipro il vescovo locale (San) Epifanio e (San) Tychon distruggono quasi tutti i templi dell’isola e sterminano migliaia di pagani. I misteri locali della Dea Afrodite vengono censurati. Nell’editto di Teodosio si dichiara: “quelli che non ubbidiranno al padre Epifanio non avranno diritto di vivere in quest’isola”. I pagani si rivoltano contro l’imperatore e la Chiesa a Petra, Aeropolis, Rafia, Gaza, Baalbek e altre città del Medio Oriente.
Anno 393 – Si proibiscono i Giochi di Pythian, i Giochi di Aktia e i Giochi Olimpici considerati come parte dell’idolatria ellenica. I cristiani saccheggiano i templi di Olympia.
Anno 395 – Due nuovi decreti, del 22 luglio e del 7 Agosto, causano nuove persecuzioni contro i pagani. Rufinus, l’eunuco Primo ministro dell’imperatore Flavius Arcadius, dirige le sue orde di battezzati goti, guidati da Alarico, in Grecia. Animati dai monaci cristiani, i barbari saccheggiano e bruciano molte città (Dion, Delphi, Megara, Corinto, Pheneos, Argos, Nemea, Lycosoura, Sparta, Messene, Phigaleia, Olympia, ecc), massacrano o schiavizzano innumerevoli pagani ellenici e diroccano tutti i Templi. Bruciano il Santuario di Eleusi e bruciano vivi tutti i sacerdoti pagani, incluso il sacerdote Mithras Hilarius.
Anno 396 – Il 7 dicembre, un nuovo decreto dell’imperatore Arcadius ordina che il paganesimo sia trattato come atto di alto tradimento. Vengono incarcerati i pochi sacerdoti pagani rimasti.
Anno 397 – “Demoliteli!”. L’imperatore Flavio Arcadius ordina la demolizione di tutti i templi pagani rimasti ancora in piedi.
Anno 398 – Il Quarto Concilio Ecclesiastico di Cartagine proibisce a tutti, inclusi i vescovi cristiani, lo studio dei libri pagani. Porfirius, vescovo di Gaza, demolisce quasi tutti i templi pagani della città, eccetto nove di loro che rimangono attivi.
Anno 399 – Con un nuovo editto, del 13 giugno, l’imperatore Flavio Arcadius ordina la distruzione immediata di tutti i templi pagani principalmente nelle zone rurali.
Anno 400 – Il vescono Nicetas distrugge l’oracolo del Dio Dionisio a Vesai e battezza tutti i pagani di quell’area.
Anno 401 – A Cartagine la popolazione cristiana lincia i pagani e distrugge templi e idoli. Anche a Gaza il vescovo locale, (Santo) Porfirio, ordina ai suoi seguaci il linciaggio dei pagani e la demolizione dei nove templi rimasti attivi in città. Il quindicesimo Concilio di Calcedonia ordina la scomunica dei cristiani che mantengono buone relazioni con i loro parenti pagani.
Anno 405 – Giovanni Crisostomo invia le sue orde di monaci vestiti di grigio e armati con mazze e bastoni di ferro a distruggere gli idoli di tutte le città della Palestina.
Anno 406 – Giovanni Crisostomo raccoglie fondi con l”aiuto delle ricche mogli cristiane per finanziare la distruzione dei templi ellenici. Ad Efeso si ordina la distruzione del famoso tempio della Dea Artemide. A Salamis, a Cipro, il “Santo” Ephiphanius e Eutychius continuano la persecuzione dei pagani e la distruzione dei loro templi e santuari.
Anno 407 – Un nuovo decreto proibisce una volta per tutte gli atti di qualsiasi culto non cristiano.
Anno 408 – L’imperatore dell’Impero occidentale Onorius e l’imperatore dell’impero d’oriente Arcadius, ordinano che tutte le sculture dei templi pagani siano distrutte o confiscate, proibendo anche il possesso privato di qualsiasi scultura pagana. I vescovi locali dirigono nuove e dure persecuzioni contro i pagani e si ardono al rogo i loro libri. Si perseguitano anche i giudici che mostrano pietà per i pagani. (San) Augustine massacra centinaia di protestanti pagani a Calama, in Algeria.
Anno 409 – Ancora una volta un decreto ordina che si castighi con la pena di morte chi pratica l”astrologia e ogni altro metodo divinatorio.
Anno 415 – Ad Alessandria la popolazione cristiana, animata dal vescovo Cirillo, a pochi giorni dalla pasqua giudaico-cristiana, attacca e martirizza, tagliandone il corpo a pezzi, la famosa e bella Filosofa Hypatia (Ipazia di Alessandria). I pezzi del suo corpo, portati per le vie di Alessandria dai cristiani della città, vengono bruciati insieme ai suoi libri nella piazza chiamata Cynaron. Il 30 agosto cominciano nuove persecuzioni contro tutti i sacerdoti pagani del nord Africa, che finiscono crocifissi o bruciati vivi.
Anno 416 – L’Inquisitore Hypatius, chiamato “La spada di Dio”, stermina gli ultimi pagani di Bithynia. A Costantinopoli, il 7 dicembre, vengono dimessi tutti gli ufficiali dell’esercito, gli impiegati pubblici e i giudici non cristiani.
Anno 423 – L’imperatore Teodosio II dichiara, l”8 giugno, che la religione dei pagani non è altro che “il culto del demonio” e ordina che tutti coloro che insistono nel seguirla e nel praticarla vengano castigati con il carcere e la tortura.
Anno 429 – Viene saccheggiato il tempio della Dea Atene (Parthenon) sull’omonima Acropoli. Si perseguitano i pagani ateniensi.
Anno 435 – Il 14 novembre un nuovo editto dell’imperatore Teodosio II ordina la pena di morte per gli “eretici” e i pagani dell’Impero. Si proclama che l”unica religione legale è il cristianesimo.
Anno 438 – L’imperatore Teodosio II emette un nuovo decreto, il 31 gennaio, contro i pagani, considerando la loro “idolatria” causa della recente peste.
Anno 440 fino al 450 – I cristiani demoliscono tutti i monumenti, gli altari e i templi di Atene, Olympia e altre città greche.
Anno 448 – Teodosio II ordina che si brucino tutti i libri non cristiani.
Anno 450 – Vengono demoliti tutti i templi di Afrodite, città della Dea Afrodite, e si bruciano tutte le librerie della città che è rinominata Stavroupolis (Città della Croce).
Anno 451 – Un nuovo decreto dell’imperatore Teodosio II, del 4 novembre, riafferma che l”idolatria deve essere castigata con la morte.
Anno 457 fino al 491 – Persecuzioni sporadiche contro i pagani nella parte orientale dell’Impero. Tra i giustiziati ci sono il medico Jacobus e il filosofo Gessius. Vengono torturati e incarcerati Severianus, Herestios, Zosimus, Isidorus e altri. Il predicatore cristiano Conon e i suai seguaci sterminano gli ultimi pagani dell’isola Imbros, nel nord est del Mar Egeo. Sono giustiziati a Cipro gli ultimi adoratori di Zeus Lavranius.
Anno 482 fino al 488 – Vengono sterminati la maggior parte dei pagani dell’Asia minore, a causa di una disperata rivolta contro l”Imperatore e la Chiesa.
Anno 486 – Molti sacerdoti pagani che erano rimasti in clandestinità vengono scoperti, arrestati, scherniti, torturati e giustiziati ad Alessandria.
Anno 515 – Il battesimo diventa obbligatorio anche per quelli che si dichiarano già cristiani. L’imperatore di Costantinopoli, Anastasius, ordina il massacro dei pagani nella città araba di Zoara e la demolizione del tempio locale del Dio Theandrites.
Anno 528 – L’imperatore Jutprada (Giustiniano) proibisce i giochi olimpici sostituiti da quelli di Antiochia. Ordina l’esecuzione – tramite il rogo, la crocifissione o lo smembramento mediante artigli di ferro – di tutti coloro che praticano “la stregoneria, la divinazione, la magia o l”idolatria” e proibisce tutti gli insegnamenti dei pagani affermando: “”è una sofferenza davanti alle insane bestemmie degli ellenici”.
Anno 529 – L’imperatore Giustiniano chiude l’Accademia di Filosofia di Atene, dove aveva insegnato Platone, e confisca le sue proprietà.
Anno 532 – L’inquisitore Ioannis Asiacus, un monaco fanatico, dirige una crociata contro i pagani dell’Asia minore.
Anno 542 – L’imperatore Giustiniano permette all’inquisitore Ioannis Asiacus di convertire i pagani di Phrygia, Caria e Lydia, nell’Asia Minore. In 35 anni, 99 chiese e 12 monasteri furono edificati sopra i resti dei templi pagani distrutti.
Anno 546 – Centinaia di pagani sono condannati a morte a Costantinopoli dall’inquisitore Ionnis Asiacus.
Anno 556 – L’imperatore Giustiniano ordina al terribile inquisitore Amantius di andare ad Antiochia per arrestare, trovare e sterminare gli ultimi pagani della città e distruggere tutte le biblioteche private.
Anno 562 – Arresti di massa, torture ed esecuzioni dei pagani ellenici ad Atene, Antiochia, Palmira e Costantinopoli.
Anno 578 fino al 582 – I cristiani torturano e crocifiggono i pagani ellenici in tutta la parte orientale dell’Impero e sterminano gli ultimi pagani di Heliopolis (Baalbek).
Anno 580 – Gli inquisitori cristiani attaccano un tempio segreto di Zeus ad Antiochia. Il Sacerdote del tempio si suicida e vengono arrestati il resto dei pagani presenti. Tutti i prigionieri, incluso il vice governatore Anatolius, sono torturati e mandati a Costantinopoli per comparire in giudizio. Là vengono condannati a morte e dati in pasto ai leoni, tuttavia nel vedere che i feroci animali non erano intenzionati ad attaccare i condannati, vennero poi crocifissi. I cadaveri furono trascinati per le strade e lasciati poi senza alcun tipo di sepoltura tra le immondizie.
Anno 583 – Nuova persecuzione contro i pagani ellenici da parte dell’Imperatore Mauricius.
Anno 590 – In tutta la zona orientale dell’Impero gli “accusatori cristiani” scoprono cospirazioni pagane. Nuove tormentate torture ed esecuzioni.
Anno 692 – Il Concilio di Costantinopoli proibisce le restanti celebrazioni pagane/dionisiache come le Calende, Brumalia, Anthesteria, etc.
Anno 804 – I pagani ellenici di Mesa Mani (Cape Tainaron, Lakonia, Grecia) resistono con successo al tentativo di Tarasius, patriarca di Costantinopoli, di convertirli al cristianesimo.
Anno 850 fino all’860 – Conversione violenta degli ultimi pagani ellenici di Mesa Mani da parte dell’armeno (San) Nikon” (3).
Non solo i seguaci del “mite agnello redentore” si sono dimostrati a tutti gli effetti delle belve feroci, ma bisogna notare le ultime date di questo elenco: 850-860 E. V.(Era Volgare) : siamo a quasi un millennio dalla presunta incarnazione. Se è occorso tanto tempo, questo significa che non stiamo parlando di una dottrina che ha conquistato il mondo allora conosciuto con la “pura luce” della sua veridicità ed evidenza, ma dell’operazione di sradicamento di una cultura che ha resistito come ha potuto nonostante la ferocia fanatica dei suoi persecutori.
Dopo la caduta dell’impero romano, conseguenza diretta di questo sradicamento, la cristianizzazione dell’Europa fuori dagli antichi confini imperiali è proceduta esattamente nello stesso modo, con la violenza più spietata: le campagne carolinge contro i Sassoni, quelle dell’ordine teutonico contro gli Slavi, la crociata contro gli Albigesi e via dicendo: massacri, incendi, saccheggi, riduzione in schiavitù di intere popolazioni, sono stati questi gli argomenti più usati nei sermoni con cui l’Europa è stata convertita. Poi sono arrivati l’inquisizione, i roghi degli eretici, delle cosiddette streghe. Il cristianesimo ha conquistato il controllo dell’Europa con i metodi di un esercito invasore e l’ha mantenuto con quelli di un esercito occupante, comunque e sempre un nemico, un nemico mortale di ciò che noi siamo.
A mio parere, quindi, non c’è nessun mistero, solo una parte essenziale della nostra storia che hanno sempre cercato di nasconderci e/o di raccontarci in maniera falsata.
Fabio Calabrese
NOTE
(1) Rivolto a Silvano Lorenzoni in occasione della presentazione del suo libro “La figura mostruosa di Cristo e la convergenza dei monoteismi” di cui l’autore ha curato la presentazione
(2) Vasile Florescu: La retorica nel suo sviluppo storico, Il Mulino, Bologna 1971, pag. 65.
(3) Vlasis Rasias: La distruzione dei templi, estratto dal sito della Congregazione degli Ellenici, 13.4.2006.

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Romi  22/09/2013 13:18:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dall’inizio del VI secolo la so­cietà intera fu modificata dall’impo­nente diffusione degli ordini monastici che fondarono in tutta Europa centinaia di conventi, dove si radunarono grandi mas­se di monaci. Il monachesimo benedettino si diffuse in Inghilterra, in Irlanda, in Svizzera, in Germania, in Francia. Grande sostenitore del movimento benedettino fu Gregorio Magno, assertore del valore liturgico e propagandistico della musica e del canto.
Queste comunità si collocarono in genere nelle campagne, inizialmente su terreni loro concessi da feudatari, vescovi, re e papi: ben presto di­vennero i centri più attivi non solo dal punto di vista religioso, ma anche economico. I monasteri benedettini, istituiti secondo la regola della preghiera e del lavoro, crearono, infatti, organizzate e potenti aziende agricole, alle quali si dovette il dissodamento e la bonifica di terre strappate al­le selve e alle paludi. Molti monasteri crebbero enormemente, sia per il disso­damento di terreni resi coltivabili, sia per le continue donazioni e concessioni fatte dai signori locali. Accanto alla chiesa abbaziale e al convento, sorse­ro molti altri edifici: biblioteche, magazzi­ni, botteghe artigianali e anche veri opifici per la fabbricazione di merci. Questi centri monastici acquisirono una tale centralità economica e politica che molti di essi ebbero importanza strate­gica e furono fortificate.
In realtà la civiltà cristiana e occidentale sin dal medioevo ha "costruito". Dobbiamo alla cultura cristiano cattolica buona parte delle opere artistiche e architettoniche presenti nel territorio. Persino gli enciclopedisti francesi Dialambert e Diderot (700) non hanno fatto che raccogliere e catalogare quanto è stato tramandato dal passato. Numerosi degli scritti latini e greci culla del classicismo sono stati tradotti e custoditi dai monaci benedettini e grazie a loro sono ora nelle nostre mani. Per essere monaci non occorreva soltanto la fede, ma era necessario alimentare questa virtù con la lettura e lo studio ed i monasteri non avevano solo la funzione di proteggere il Cristianesimo in un periodo di invasioni barbariche e di saccheggi, ma furono anche i principali luoghi della riorganizzazione, del­la conservazione e della trasmissione del sapere e lo conservarono nelle loro ricche biblioteche: i monasteri più importanti avevano una bi­blioteca e provvedevano, nello scriptorium, laboratorio di riproduzione di testi religiosi, scientifici, filosofici, letterari, alla trascrizione e allo studio dei ma­noscritti di testi sacri, ma anche di opere profane.
E' pur vero che in nome del cristianesimo la storia ha registrato grandissime nefandezze e ingiustizie, ma non possono essere attribuiti al cristianesimo in quanto religione, ma agli uomini in quanto assetati dal potere si fanno scudo di religioni di ogni tipo scostandosi notevolmente dai quelli che sono i valori nobilissimi del cristianesimo.
Ciò che esponi in modo un po' grossolano, cioè che bisogna fare sesso solo per procreare, non è proprio così. Inutile dire altro perché è evidente che ti fa piacere pensarla in un certo modo, ovvero senza obiettività. Ciao
Vitichindo  14/01/2015 21:10:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ba, bla, bla, bla... voglio vedere se venivano cristianizzati i semiti e i negri d'Africa, "QUANTA CIVILTA', CULTURA E SAPIENAZA" riuscivano ad 'infondere (cosa che non hanno mai fatto!)
Da non simenticare anche le innumerevoli opere che hanno distrutto e quelle che hanno modificato a loro piacimento, e ancora si da la colpa ai "barbari" che hanno fatto molto più di quattro preti lerci ed'ignoranti cvhe pensavano che la terra fosse piatta e che sotto ci fosse il diavolo!
"E' pur vero che in nome del cristianesimo la storia ha registrato grandissime nefandezze e ingiustizie, ma non possono essere attribuiti al cristianesimo in quanto religione, ma agli uomini in quanto assetati dal potere si fanno scudo di religioni di ogni tipo scostandosi notevolmente dai quelli che sono i valori nobilissimi del cristianesimo."
Nooooo, ceeerto! Nella bibbia (da cui il cristianesimo traeva le sue basi) si dice semplicemente "uccidi il miscredente, taglia i suoi alberi sacri, stupra le sue donne, schiavizza i suoi figli e pisca sulle sue tradizioni ed i suoi altari" proprio un bell'esempio di nobiltà (semitica, come sempre!). Facevano invece bene i "barbari" a metterle a ferro e fuoco e prendersi le richezze che LORO avevano sottratto ad'altri. Il cristianesimo non ha ne protetto, ne prodotto nulla di buono! Quel che c'è stato di buono nell'Europa medievale lo dobbiamo unicamente alla nostra razza e solo a quella! L'intinto di conservazione ci ha permesso di non ridurci ad un'ammasso di selvaggi straccioni e ignoranti parabolani simil-giudei, non certo quelle superstizioni abramitiche.
scantia  22/09/2013 16:30:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma la diffusione del monachesimo e la sua influenza politico-culturale avviene a cavallo tra 11 e 12 sec, sostenere i meriti dei cristiani quali custodi e tramite della cultura classica dopo circa mille anni dagli eventi narrati nel film è un po' una forzatura.
Comunque il film narra di un evento circostanziato, di una limitata comunità, probabilmente saranno anche stati pochi esaltati fanatici, personalmente non ho percepito sottotesti a sostegno della tesi "TUTTI i cristiani sono così", semplicemente quel gruppo di cristiani rappresentano loro stessi, in quel contesto agirono in quel modo, è uno dei tanti esempi storici di ignoranza ed intolleranza.

Romi  22/09/2013 18:54:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao, purtroppo a me pare palese... ad ogni modo il monachesimo che salvaguardia un patrimonio culturale è evidente che non si riallaccia a quel periodo, ma è anche evidente che i cristiani di quell'epoca non erano contro Ipazia, ma anzi apprezzavano questo personaggio di spicco femminile e che la biblioteca non è stata distrutta da cristiani contrari alla scienza. La filosofa, che il film presenta quale vittima dell’inquisizione e dell’oscurantismo cattolico, fu assassinata quando aveva circa 60 anni (siamo dunque ben lontani dalla fascinosa protagonista del film!) a seguito degli scontri politici alimentati dai seguaci di una setta eretica (i cosiddetti “paraboloni”), che fece vittime fra gli stessi cristiani ortodossi e che il Vescovo Cirillo non era certo in grado di contenere. Perdonami, ma non vedo la forzatura. Ad ogni modo rispetto il tuo parere.

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Dunque nulla c’entra il presunto oscurantismo clericale, “nemico della diversità, della scienza e del libero pensiero…”.