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AGORA' regia di Alejandro Amenabar

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  13/10/2010 17:11:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Violenza inestinguibile,guerre di potere e abusi legittimati da appigli a sfondo religioso,"Agorà" è un drammatico scenario che torna a riproporsi da tempo immemore, uno dei tanti vergognosi episodi in cui religione e scienza si sono fronteggiate con esiti sanguinosi.
Film dal maestoso impianto scenografico degno di un pomposo kolossal Hollywoodiano, è ambientato nel IV secolo d.C. ad Alessandria d'Egitto,allora rinomato centro culturale di cui fiore all'occhiello era la fornitissima biblioteca.
Una cultura percepita come possibile impedimento al diffondersi della cieca obbedienza e della ragione,quindi da estirparsi mediante fanatismi religiosi finalizzati ad oscurare qualsiasi altra forma di culto o pensiero.
Pagani,cristiani ed ebrei confinati all'interno delle stesse mura cittadine per una convivenza minata con maligna sagacia, in principio da schermaglie verbali quindi con spietate persecuzioni.
Amenabar romanza,sovrabbonda in alcuni punti,in altri diventa prolisso ma se la cava nello spaziare tra il racconto storico e quello esclusivo di Ipazia,un' eccellente Rachel Weisz,geniale astrologa,matematica e filosofa,attorniata da personaggi cui difetta la giusta dose di incertezza in una descrizione a volte troppo omogenea.
Il film non vuole essere denigratorio verso il mondo cristiano,ma in generale verso tutte quelle religioni provocanti estremismi utilizzati per motivare le masse a schiacciare qualsiasi voce fuori dal coro.Nello specifico la contrapposizione non avviene solo tra diversi culti,ma soprattutto nei confronti del mondo scientifico,in un duello atavico che vede opposte sudditanza divina e raziocinio.
Ipazia è da intendersi come una femminista della prima ora,la sua coraggiosa ribellione in un tessuto sociale in cui è il potere maschile a dominare la spingerà ad un sacrificio inevitabile, nel nome di un credo che oltrepassa i dogmi religiosi mosso da una coscienza impossibilitata ad assoggettarsi a precetti reinterpretati a piacimento.
Energico nella rappresentazione della condizione all'interno della quale il cristianesimo riesce ad attecchire con furia, Amenabar, pur eccedendo in una certa "pulizia" scenica, rende merito ad una storia già molte volte raccontata,quella dell'eroe perseguitato da poteri incontrastabili,declinando però il tema con buona personalità e immergendoci in una storia sufficientemente coinvolgente.