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AGORA' regia di Alejandro Amenabar

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stratoZ     7 / 10  23/03/2024 14:30:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Agorà è un film affascinante sia per l’ambientazione che per la narrazione, andando a svariare con le tematiche e destreggiandosi tra le guerre religiose del tardo impero e la ricerca scientifica in un periodo in cui i mezzi a disposizione erano esigui.
Prendendo spunto dall’interessante personaggio di Ipazia, astronoma avanti sui tempi per troppo tempo dimenticata dalla storia, il film fa un excursus sull’affermazione della cristianità e le persecuzioni anti pagane, con una curiosa riflessione sul ribaltamento delle posizioni: i cristiani inizialmente considerati martiri durante l’impero gradualmente diventano i carnefici dopo la crescente popolarità della religione che vedrà sempre più persone schierate in sua difesa.

Ma non manca di approfondire anche il lato scientifico, con la continua messa in dubbio dei sistemi vigenti fino a quel momento, non mancano le scene in cui si mostra quanto i mezzi fossero improvvisati, basti vedere la scena del carico tirato dall’albero della barca per vedere in che punto atterrasse, però Ipazia gioca col dubbio, va contro i dogmi, rielabora le teorie e riprende anche vecchi modelli ormai messi al bando. La perdita del progresso e dell’identità, come si vede nella dolorosa scena della distruzione della biblioteca, resetta gli impegnativi progressi fatti fino a quel momento, riportando il mondo indietro di millenni oserei dire, come si vede nell’epilogo dato che si dovrà aspettare Keplero per la riformulazione di simili teorie.

Amenabar mette in scena una discreta ricostruzione del periodo, a metà tra il fascino dell’antico Egitto e la fase decadente dell’Impero romano, ad oggi forse si nota l’uso della computer grafica per molte ricostruzioni che sembrano un po’ troppo pulite, lisce e di una perfezione che sa di finto. La regia segue un modello abbastanza classico, da colosso storico americano che si concede scene ad ampio respiro, tra cui le varie scene di massa scandite dai campi larghi e dai dettagli nei duelli a cui prestare più attenzione, con una discreta epicità di fondo e un buon pathos che accompagna le vicende.

In gran forma il cast ma, la Weisz si ruba tutta la scena col suo personaggio carismatico, un po’ geniale un po’ incompreso, un po’ lo stereotipo del genietto troppo avanti per il tempo in cui è vissuto ma per fortuna non è un fattore sottolineato al punto di dar fastidio.

E’ una visione interessante, di un soggetto non notissimo, con una messa in scena di buon livello.